La Commissione UE propone una proroga di 10 anni per il Glifosato. L’appello delle associazioni ambientaliste

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La Commissione europea ha proposto venerdì 22 settembre il rinnovo dell’autorizzazione per 10 anni dell’uso del controverso erbicida glifosato, con l’obiettivo di approvare il regolamento in ottobre. L’attuale licenza scade il 15 dicembre.

La decisione di proporre il rinnovo per un altro decennio dell’autorizzazione al commercio del glifosato – che per diventare operativa necessita di una votazione a maggioranza qualificata dai 27 Paesi dell’Unione – è stata presa in base al recente pronunciamento dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Quest’ultima lo scorso luglio, non ha rilevato aree critiche di preoccupazione per la salute umana, animale e ambientale derivante dall’uso del glifosato in agricoltura, anche se ha identificato diverse lacune nei dati e ha riconosciuto l’esistenza di prove che collegano l’uso dell’erbicida a neurotossicità, danni al microbioma e danni alla biodiversità. La proposta, che dopo l’esame del 22 settembre verrà votata per l’eventuale approvazione nella seduta del 13 ottobre, è frutto di un’azione di pressione del “Glyphosate Renewal Group”, la lobby delle aziende interessate alla produzione e alla distribuzione dell’erbicida.

La proposta prevede tuttavia il divieto dell’impiego della sostanza per il disseccamento del raccolto, pratica invalsa in alcuni Paesi, UE e non UE, grandi produttori di cereali. Per altri usi in pre-raccolta, starà allo Stato membro decidere se sono in linea con le buone pratiche. Per ridurre la dispersione della sostanza la Commissione propone fasce tampone nei campi di almeno 5-10 metri.

Gli Stati membri dovranno inoltre garantire che l’uso di prodotti fitosanitari contenenti glifosato sia ridotto al minimo o vietato in parchi e giardini pubblici.

Il glifosato è, ad oggi, l’erbicida più usato in agricoltura e rappresenta un affare dal valore globale stimato tra i 7 e gli 8 miliardi di dollari, corrispondenti ad  un volume annuo di oltre 700 mila tonnellate. La sua licenza per il mercato UE è stata rinnovata l’ultima volta nel 2017 per soli 5 anni, invece dei canonici 15, dopo una lunga disputa politica e scientifica iniziata dalla classificazione della sostanza come probabilmente cancerogena dallo IARC dell’OMS.

Italia Bio dice NO

“All’agricoltura europea, per la quale il Parlamento UE ha individuato un percorso di rigenerazione basato sulla produzione di alimenti sani nel rispetto delle risorse ambientali e naturali, il glifosato non serve“,  afferma Lillo Alaimo Di Loro, presidente di Italia Bio.

“A chi sostiene che senza glifosato ed erbicidi di sintesi non si possano raggiungere i livelli produttivi odierni  – prosegue Alaimo Di Loro – rispondiamo che oggi l’obiettivo non è la continua crescita delle produzioni a cui corrisponde l’aumento di eccedenze e di sprechi, ma piuttosto una produzione di alimenti sani e in quantità sufficiente”.

“Non servono altre argomentazioni per sostenere – conclude il presidente di ItaliaBio – che il glifosate è utile solo a chi ne governa il business miliardario, non certo alla felicità dei popoli che nella qualità del cibo ripongono ogni speranza di curare la salute, per non dover curare le malattie, soprattutto quelle incurabili”.

FederBio e Cambia la Terra: la Commissione UE si contraddice

“Ci troviamo in una fase storica decisiva. Da una parte la Commissione europea chiede di raggiungere gli obiettivi indicati dalle strategie sulla biodiversità, Farm to Fork e la riduzione dei pesticidi al 50% entro 2030. Dall’altra la stessa Istituzione, proprio in questi giorni, propone il rinnovo per altri 10 anni dell’utilizzo del glifosato, un erbicida dannoso per l’ambiente acquatico e per la salute dell’uomo”, spiega Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio.

La proposta della Commissione fissa alcuni paletti all’utilizzo del pesticida. Ma si tratta di misure considerate probabilmente insufficienti dal milione di cittadini che 5 anni fa – nota l’associazione ambientalista Pesticide Action Network – chiesero il divieto di utilizzo del glifosato. Oppure dal 62% di cittadini UE che secondo un recente sondaggio Ipsos condotto in 6 Paesi dell’Unione sono favorevoli alla messa al bando.

La Redazione

 

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