L’Italia ha confermato il no agli OGM

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L’Italia ha inviato alla Commissione UE la richiesta di esclusione del territorio italiano dalla coltivazione di OGM anche quando autorizzati a livello europeo. La procedura è prevista dalla nuova direttiva europea, che attribuisce agli Stati membri la facoltà di vietare o meno al proprio interno la coltivazione degli organismi geneticamente modificati.

In particolare, il 3 ottobre scadeva il termine per chiedere la messa al bando per le varietà di mais Ogm già approvate per la coltivazione nella UE. 

Finora sono 15 i Paesi UE che vietano in tutto o in parte la coltivazione degli OGM. Oltre all’Italia, hanno deciso per il no Austria, Croazia, Francia, Grecia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Olanda, Polonia, Cipro, Danimarca, Germania (fatti salvi gli scopi di ricerca), Slovenia, Bulgaria, più una Regione: la Vallonia (Belgio). Mentre la Gran Bretagna – Paese pro-OGM per antonomasia – ha dovuto trasmettere le richieste di Scozia, Galles e Irlanda del Nord, che hanno deciso di vietare il proprio territorio al mais geneticamente modificato.

La coltivazione del MON810 era stata in precedenza bloccata dalla cosiddetta ‘clausola di salvaguardia’ in nove Paesi Ue (Italia, Austria, Bulgaria, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Lussemburgo e Polonia). I divieti notificati fino a oggi riguardano il granoturco OGM già autorizzato per la coltivazione in Europa più i sette mais OGM per i quali è stata chiesta autorizzazione alla coltivazione in Europa. 

 

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