Emilia-Romagna: 400 milioni competitività, biologico e sostenibilità

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Ammontano a circa 400 milioni di euro le risorse a disposizione dell’Emilia-Romagna per il 2021-2022 sul Programma di sviluppo rurale. E la Regione è in procinto di rilanciare un piano agricolo e agroalimentare, capace di tenere insieme e soddisfare la crescente domanda mondiale di cibi salubri e di qualità con la necessità di incrementare la produttività e di salvaguardare il reddito degli agricoltori.

È questa, in pratica, la road map dell’agricoltura dell’Emilia-Romagna delineata dall’assessore regionale, Alessio Mammi, durante il convegno in modalità webinar, organizzato questa mattina dalla Regione, sulle sfide della nuova Politica agricola comunitaria e con alcune anticipazioni, appunto, sulle risorse del biennio di transizione 2021-2022 del Programma regionale di sviluppo rurale.

Ospite dell’incontro, che ha registrato circa 800 partecipanti, il ministero delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, reduce dalla maratona negoziale della settimana scorsa a Bruxelles che ha sancito il mancato accordo tra Commissione di Bruxelles, Consiglio dei ministri agricoli Ue e Parlamento europeo sulla riforma della Politica agricola comunitaria.

Sono intervenuti all’incontro, tra gli altri, anche il direttore generale dell’assessorato regionale all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Valtiero Mazzotti, il parlamentare europeo, Paolo De Castro, il capo dipartimento del Mipaaf, Giuseppe Blasi e la direttrice Dg Agri della Commissione europea, Silvia Michelini.    

Tra le priorità indicate da Mammi l’impegno per accelerare il ricambio generazionale nei campi e per sostenere ricerca e innovazione, più risorse per l’indennizzo dei danni da fauna selvatica e per l’installazione di sistemi antibrina. Infine, sarà fatto un grande sforzo per la semplificazione normativa e lo snellimento della macchina burocratica, con l’obiettivo di rendere omogeni i bandi e gli investimenti sull’informatizzazione delle procedure. Il nuovo PSR di transizione è stato concertato e costruito in comune accordo con le associazioni agricole e agroalimentari del territorio.

Fonte: Emilia-Romagna

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