Parallelamente al meeting annuale dell’Organizzazione mondiale degli agricoltori (vedi news), si sta svolgendo a Roma, dal 17 al 21 giugno 2024, presso la FAO, la 11ª edizione della Bioenergy Week 2024, che riunisce esperti internazionali, decisori e rappresentanti del settore privato per discutere le tendenze attuali, le opportunità future e le sfide della bioenergia.
Le edizioni precedenti – organizzate in diverse regione del mondo – hanno contribuito con successo allo scambio di opinioni, pratiche e lezioni apprese sui modi per migliorare la sostenibilità della bioenergia nei sistemi agroalimentari, attraverso interventi sia pratici che politici sulla produttività e resa agricola, sulla logistica delle materie prime e sull’uso di moderne tecnologie di conversione.
L’evento è realizzato in collaborazione con il Ministero italiano dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e con il sostegno finanziario dell’US Grains Council (USGC).
Il terzo giorno della Bioenergy Week, mercoledì 19 giugno, esamina il contributo della bioenergia alla bioeconomia. Proprio in quel contesto, il Centro Politiche e Bio-economia partecipa alla sessione Bioenergy by-products for a circular bioeconomy (ore 14.00 – 15.30), con l’intervento di Valentina Lasorella su Bioenergy by-products for soil restoration – EOM4SOIL project.
La bioenergia è parte di una bioeconomia più ampia, che comprende l’agricoltura, la silvicoltura, la pesca e la produzione di prodotti alimentari, carta, legno e fibre agricole, biomateriali, prodotti chimici di origine biologica e medicinali.
Nel corso della giornata saranno esplorati sistemi agroalimentari multifunzionali integrati che garantiscono un’elevata efficienza nell’uso delle risorse e premiano la produzione e l’uso sostenibili, sostenendo la fornitura di cibo e mangimi animali sufficienti per una popolazione in crescita, nonché biomassa per la bioenergia e altri preziosi prodotti a base biologica.
Le discussioni esamineranno i vari benefici collaterali che i sistemi di produzione di biomassa possono offrire, come una maggiore diversità del paesaggio, la qualità dell’habitat, la ritenzione di nutrienti e sedimenti, il controllo dell’erosione, la regolazione del clima e delle inondazioni, l’impollinazione e il controllo biologico di parassiti e malattie.
Sessioni specifiche approfondiranno l’uso di terreni degradati o marginali come opzione per la produzione di biomassa che aiuta a ripristinare la produttività del suolo ed evita o mitiga la concorrenza per terreni di qualità superiore, nonché l’uso di bioenergia per la gestione dei rifiuti e dei residui e l’uso dei sottoprodotti della bioenergia.
Fonte: CREA