IFOAM, azione legale contro l’EcoScore: “Contribuisce al Greenwashing”

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Gli attori coinvolti nella transizione ecologica hanno grandi aspettative nei confronti dei sistemi informativi relativi all’impatto ambientale di prodotti e servizi, come ad esempio le etichette, che dovrebbero accelerare la transizione ecologica delle aziende, migliorare l’offerta a vantaggio del consumatore e incoraggiare la tutela dell’ambiente. Tuttavia, in alcuni casi, potrebbero contribuire a diffondere messaggi non corretti o fuorvianti per i consumatori. Per evitare che ciò accada, IFOAM Organics Europe e l’Associazione francese dei membri IFOAM hanno avviato un’azione legale presso la Corte di giustizia di Parigi.

I movimenti del bio chiedono la cessazione dell’uso dell’etichettatura ambientale dei prodotti alimentari, considerata ingiusta per la produzione biologica e ingannevole per i consumatori. IFOAM Organics Europe e l’Associazione francese dei membri IFOAM (Association Française des Adhérents de l’IFOAM) contestano ad ADEME (Agenzia francese per la transizione ecologica), alla società YUCA, gestore della piattaforma YUKA, alla società ECO2 INITIATIVE, gestore della piattaforma ETIQUETTABLE, e all’Associazione OPEN FOOD FACTS, anche e soprattutto in qualità di gestore della piattaforma omonima, l’utilizzo dell’EcoScore come indicazione ambientale.

Secondo Jan Plagge, presidente di IFOAM Organics Europe: “Invece di combattere il greenwashing, schemi di etichettatura come l’EcoScore vi contribuiscono. Potenzialmente ingannano i consumatori sulla natura biologica o non biologica dei prodotti alimentari su cui sono riportati e favoriscono i prodotti provenienti da agricoltura intensiva. Il movimento biologico è preoccupato per la diffusione di questi sistemi di etichettatura in diversi Paesi dell’UE. È più che mai importante informare meglio i consumatori sul valore ambientale delle loro scelte alimentari. Ma questo deve avvenire nel rispetto della legislazione europea sull’agricoltura biologica per quanto riguarda i termini utilizzati e sulla base di metodologie che tengano conto di tutte le esternalità legate ai diversi modi di produzione agricola, in particolare sulla biodiversità”.

L’EcoScore

L’EcoScopre appare agli occhi del consumatore come un semaforo associato alle prime lettere dell’alfabeto – dalla lettera A verde scura alla E rossa fuoco – e a un punteggio numerico da 0 a 100. Come per l’etichetta ‘sorella’ NutriScore, il metodo è stato elaborato in Francia. Punteggio, colorazione e assegnazione della lettera varia in funzione di vari fattori che hanno un impatto sull’ambiente durante il ciclo di vita di ciascun prodotto: dalle materie prime o dalle tecniche di coltivazione alla lavorazione e al trasporto, fino al trattamento dei rifiuti o al riciclaggio. Il sito di settore ‘Retail Detail’ riporta alcuni esempi: le patate novelle vantano un Eco-Score A, proprio come lo yogurt magro e il basilico. Il miele e le uova ricevono una B (verde chiaro). L’olio extravergine d’oliva è classificato C (giallo), il cioccolato fondente e il petto di pollo D (arancione) e il salmone affumicato e il caffè macinato E (rosso).

Fonte: Ufficio Stampa IFOAM Organics Europe

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