Luca Zocca di Brio-Alce Nero sull’indagine di SGMarketing

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La centralità di un reparto di ortofrutta come elemento differenziante e la grande opportunità offerta dall’export: Luca Zocca, Marketing Communication Consultant di Brio-Alcenero, si è soffermato su questi temi all’inizio del suo intervento al seminario online organizzato da GreenPlanet sull’ortofrutta biologica (vedi news). Commentando le evidenze della ricerca condotta da SGMarketing ricorda l’importanza dell’e-commerce, in quanto canale che è stato interessato da una grande accelerazione e che “dobbiamo cominciare a presidiare”. Dati alla mano: “Nel 2019 e nel 2020 abbiamo visto quadruplicare gli ordinativi tramite e-commerce. Nel 2021 la situazione si sta stabilizzando”.

Per quanto riguarda la sostenibilità del packaging, Zocca ritiene si tratti di un tema che ha assunto ancora più importanza dovuta al Covid: “Quelle legate al packaging sostenibile sono istanze che vanno tenute ampiamente in considerazione, perché il consumatore considera, tra i driver di acquisto,  la sostenibilità dell’imballo oltre alla salubrità degli alimenti”.

L’identikit di Brio
Zocca ha poi tracciato un identikit dell’azienda Brio, pioniera nel biologico, che nel 2011 è diventata socia di Alce Nero, per circa un 9%, ed ha avviato il progetto di una gamma di ortofrutta fresca biologica a marchio Alce Nero. Brio ha in esclusiva l’utilizzo del marchio e la commercializzazione dell’ortofrutta Alce Nero. “Tra i nostri punti di forza: una profonda conoscenza dell’agricoltura biologica; il controllo delle filiere di produzione, della commercializzazione e logistica; un’ampia base associativa di agricoltori biologici con accordi di filiera per diversificare le aree di produzione allungando la finestra commerciale nel rispetto della stagionalità e mitigando il rischio climatico”.

Quesiti finali
Al termine del seminario online è stato chiesto a Zocca quali siano le strategie di medio periodo per fronteggiare una possibile e per alcuni probabile saturazione di mercato, posto che consumi di biologico non corrono alla stessa velocità chiesta ai produttori dalla strategia Farm To Fork, senza considerare la presenza di bio edulcorato in alcune aree del Paese come il Sud dove spesso manca una vera filiera. “Noi nel sud siamo abbastanza strutturati a livello di filiera. È nella nostra filosofia fornire ai vari soci produttori il know-how a supporto produttivo e commerciale, per raggiungere delle economie di scala. Questo garantisce dei grandi benefici”.

Infine, aggiunge: “Noi stiamo andando a lavorare su quella che è la qualità del prodotto. Vediamo grandi opportunità su quelli che sono i mercati esteri. Abbiamo disponibilità di quantità e vediamo opportunità di aumentare. Dobbiamo, però, aumentare il consumo pro capite del biologico. I consumatori si stanno orientando in maniera molto positiva per i prossimi mesi. La criticità potrebbe essere la disponibilità economica. Qualche logica di razionalizzazione degli acquisti è in atto. E il bio qualcosa sconta”.

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Stefania Tessari

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