Diversi Stati membri hanno bloccato la proroga temporanea dell’approvazione dell’UE del controverso pesticida glifosato per un ulteriore anno. Il provvedimento non ha raggiunto la maggioranza necessaria affinché fosse validata la richiesta di proroga avanzata per poter consentire all’EFSA una valutazione dei rischi connessi all’uso del pesticida.
L’attuale autorizzazione per il glifosato, l’erbicida più utilizzato come principio attivo nella protezione delle piante, scadrà a metà dicembre 2022, data entro la quale le multinazionali del settore chimico dovranno richiedere un rinnovo della licenza per i prossimi 15 anni.
All’inizio di quest’anno l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) aveva dichiarato di aver richiesto più tempo per la sua rivalutazione del pesticida, rimandando la decisione a luglio 2023, ben dopo la data di scadenza dell’approvazione.
Proprio per questo la Commissione europea ha proposto un rinnovo provvisorio di un anno, come da quadro giuridico, e lo ha presentato lo scorso venerdì agli Stati membri nel suo Comitato permanente della Commissione europea per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (SCoPAFF).
Tuttavia, un portavoce della Commissione ha confermato al sito Euroactiv che la votazione non è passata in quanto non ha raggiunto la maggioranza qualificata necessaria. Secondo fonti interne alla riunione, infatti, sebbene la maggioranza degli Stati membri abbia appoggiato l’approvazione, Lussemburgo, Malta e Croazia si sono opposte alla proroga, e Francia, Germania e Slovenia hanno scelto di astenersi dal voto. Dunque, un quadro sufficiente per bloccare il procedimento di rinvio.
L’esecutivo dell’UE sottoporrà ora il fascicolo a un processo di appello e, nel caso in cui continuasse a non esserci la maggioranza, la questione passerà al Collegio dei Commissari che potrebbe approvare autonomamente le regole. In questo caso però non è dato sapere le tempistica che tale iter richiederebbe.
UNA QUESTIONE APERTA…
Se il glifosato possa essere classificato come cancerogeno è una delle questioni principali intorno all’erbicida, contestata non solo tra le parti interessate, ma anche nella comunità scientifica e tra diversi enti pubblici.
Da parte sua, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità (IARC) ha valutato la sostanza come “probabilmente cancerogena”, mentre l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) ha dichiarato che è “improbabile che rappresenti un rischio cancerogeno” per l’uomo se ingerito attraverso l’alimentazione.
Altre agenzie dell’UE sostengono che “non ci sono prove” per collegare l’uso del glifosato all’aumento del rischio di cancro negli esseri umani; gli attivisti, dal canto loro, criticano da sempre il processo di valutazione delle agenzie perché basato su studi commissionati dall’industria e trascurano di fatto i rischi a lungo termine per la salute e l’ambiente. (c.b.)