La cooperativa agricola Gino Girolomoni realizza il 75% del proprio fatturato all’estero, ma non trascura il mercato italiano. “Per il 2024 – ha affermato il presidente Giovanni Battista Girolomoni, che abbiamo incontrato a Biofach, tappa fissa per l’azienda – ci aspettiamo una crescita dall’Italia, anche se stiamo cercando di entrare in nuovi mercati”.
“Dal Covid in poi – ha proseguito – per il settore è stato un continuo saliscendi, non c’è quella stabilità che permette di fare delle valutazioni oggettive sulla situazione. Il contesto generale parla di volumi in calo per tutto l’alimentare, anzi il biologico perde meno della media. In queste condizioni c’è una selezione: le aziende che negli anni sono riuscite a creare strutture efficienti lavorano comunque bene, mentre chi è cresciuto negli scorsi anni solo perché trainato dall’incremento del mercato, fa più fatica. Per quanto ci riguarda il 2023 non è stato semplice, soprattutto per il mercato americano per noi molto importante: il nostro partner lì ha perso un importante cliente. Questo ha avuto un impatto anche su di noi, ma siamo soddisfatti di aver recuperato in gran parte quanto perso”.
Le tensioni sulle materie prime a livello internazionale non impensieriscono eccessivamente Girolomoni. “I nostri fornitori sono in gran parte soci della nostra cooperativa – ha precisato – il grano duro che utilizziamo proviene dal Centro Italia, dalle Marche in primis. Adottiamo un approccio di filiera, che per noi significa non solo tracciabilità, ma concordare con i nostri agricoltori quanto grano duro seminare in funzione delle prospettive di vendita. Quello che ci preoccupa di più è l’andamento climatico, che può impattare pesantemente sul raccolto”.
Elena Consonni