IV Gamma biodinamica a picco, Amico: “Prezzi fermi, redditività giù”

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Per la prima volta, dopo anni di crescita, la IV Gamma biodinamica chiuderà il 2022 con il segno negativo. Anche questo settore ultra-ortodosso sul concetto di agricoltura ecofriendly, che prima della pandemia viaggiava con cifre di crescita annuali intorno al +30%, sta accusando i pesanti colpi di questa congiuntura di mercato particolarmente sfavorevole.
Ne parliamo con Enrico Amico, appena rieletto presidente di Demeter Italia nonché numero uno dell’azienda di IV Gamma biodinamica, ‘Amico Bio’ di Caserta.

– Come sta andando il settore della IV gamma biodinamica?

“C’è stata una forte frenata, di questi tempi, per non dire un vero e proprio arresto di quella che fino a due anni fa era una vera e propria corsa ad avere sugli scaffali prodotti di IV gamma biodinamica”.

– Solo sul mercato tedesco?

“Non solo. Anche in Svizzera, Francia e Austria. Tutto si è fermato e dal +7% siamo passati addirittura a registrare valori negativi”.

– Come mai?

“Perché in questo momento l’orientamento della GDO è concentrato sulla priorità di non perdere i clienti e quindi sulla necessità di operare sulla leva prezzo per evitare che il consumatore lasci la GDO e vada verso i discount dove riesce comunque a trovare un prodotto biologico certificato”.

– Ma non biodinamico…

“No, biodinamico no. Non c’entriamo niente con quel canale e non potremmo neanche, da un punto di vista produttivo”.

– Torniamo alle strategie della GDO…

“È determinata a mantenere il biodinamico sugli scaffali, tuttavia ha necessità che si faccia insieme un lavoro sui prezzi”.

– In che modo?

“Noi quest’anno, con alcune catene con cui da sempre lavoriamo con il marchio Demeter, abbiamo raggiunto l’accordo di sobbarcarci insieme l’aumento dei costi di produzione, anche se la bilancia è decisamente spostata sulla produzione rispetto alla distribuzione”.

– Su quanto margine avete operato?

“Intorno al 20%”.

– Sono in programma, per compensare questa situazione, aumenti di volumi in distribuzione?

“No. La priorità è quella di mantenere quelli che abbiamo perché il rischio concreto era ed è che il marchio Demeter venga marginalizzato se non addirittura tolto dallo scaffale. Piuttosto che toglierlo a scaffale, quest’anno abbiamo deciso di lasciarlo a scaffale con i prezzi fermi anche per ridurre le migrazioni dei consumatori verso il prodotto convenzionale, stante la riduzione del differenziale dei prezzi. Già lasciare i prezzi invariati comporta una contrazione della redditività che viene spalmata tra supermercati e fornitori, ma soprattutto sui fornitori”.

– Come prevedete di chiudere il 2022?

“Chiuderemo con una perdita del 10%, in negativo per la prima volta da quando abbiamo iniziato. Complessivamente il settore della IV Gamma biodinamica, composto da quattro o cinque aziende, fattura tra i cinque e i sei milioni di euro. L’Italia è il principale player europeo anche se qualcosa si sta iniziando a produrre in Francia”

– Come sta impattando il cambio climatico sulla IV Gamma biodinamica?

“Poiché le nostre aziende sono proiettate alle produzioni invernali, il tema della siccità, fino a questo momento, non ci ha toccato più di tanto. Ci saranno problemi, penso, a fine agosto, quando inizieremo con le semine. In quel periodo dovremo fare i conti con la mancanza di acqua. Per fortuna, però, siamo a Caserta dove ci sono falde ancora molto ricche. È vero che, in questo momento, il livello idrico si è abbassato, ma l’acqua c’è”.

– Cosa teme possa succedere in fase di trapianto ad agosto?

“Inizieremo a fare i conti con l’aumento dei costi delle materie prime. Probabilmente dovremo rimetterci a lavorare sui margini e anche rimanere un po’ più oculati sulle semine”.

– In che senso?

“Spostare in avanti il periodo di programmazione e andare verso la campagna invernale vera e propria. Noi avevamo anticipato un po’ le semine. Spesso a nostro rischio perché se fosse arrivato un inverno precoce avremmo rischiato di andare in sofferenza. Quest’anno non lo faremo. Arriveremo quando ci chiederanno il prodotto con sicurezza, ossia dalla fine di novembre di poi. Prima eravamo già pronti anche dalla fine di ottobre.

– I negozi specializzati per superare la crisi si stanno riorganizzando e, fra l’altro, stanno iniziando a lavorare, in alcuni Paesi, su un concept di propria private label. Che ne pensa?

“Potrebbe essere interessante lavorare tutti insieme sotto un ombrello comune. Personalmente, però, non ho ancora fatto questo genere di valutazioni”

– Una curiosità. Come mai, dopo la sua uscita da Demeter Italia, a così poca distanza di tempo, è stato rieletto? Cosa è successo?

“In realtà il consiglio andava rieletto perché arrivato a naturale scadenza. Noi ci siamo ripresentati con un progetto che è stato condiviso dalla stragrande maggioranza, direi dalla maggioranza assoluta dei nostri soci, e siamo stati rieletti”.

– Di che si tratta?

“Proiettiamo la visione di Demeter negli anni avendo a mente sempre la Demeter internazionale che è un po’ la nostra mamma. Nel breve periodo, invece, abbiamo in programma un progetto di promozione e di marketing che possa far sì che il marchio del biodinamico si affermi anche in Italia”.

– Un commento sull’iter di approvazione della legge italiana sul bio e le tante polemiche intorno al biodinamico?

“Guardando il bicchiere mezzo pieno, penso che l’approvazione di questa legge fosse necessaria. Certo dispiace sapere che la biodinamica sia stato un po’ il capro espiatorio per allungare i tempi”.

– Ma perché 12 anni a fare una legge sul bio?

“Probabilmente gli interessi contrastanti sono tanti e le lobby sono forti. L’importante, comunque, è che l’Italia finalmente abbia la sua legge. Il biodinamico è comunque presente nella legge sul bio e viene richiamato espressamente sul tema della ricerca e delle sementi biodinamiche”.

– Quali rapporti con i nuovi certificatori di biodinamico?

“Non voglio entrare nel particolare dei vari standard, dico che bisogna lavorare tutti insieme per capire e definire bene cos’è la biodinamica. Serve chiarezza su cosa sia in concreto questo metodo ed è un lavoro che va fatto tutti insieme”.

– Il Governo è stato delegato dalla legge italiana sul biologico a mettere ordine nel mondo delle certificazioni bio. Cosa accadrà per il biodinamico?

“Ha detto bene. Il riordino riguarda le certificazioni sul biologico e sui relativi controlli. Non il biodonamico, dal momento che non sono più equiparati”.

Mariangela Latella
maralate@gmail.com

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