Nella “Giornata Mondiale di sensibilizzazione sulla perdita e lo spreco alimentare”, istituita dalla FAO e dalle Nazioni Unite, che ricorre oggi martedì 29 settembre, vogliamo riferire di un progetto che sfrutta le risorse agroindustriali in modo efficiente per valorizzare gli scarti ed evitare gli sprechi.
Stiamo parlando del progetto SUSINCER – Sustainable use of bioactive compounds from Brassicaceae and Solananceae wastes for cereal crop protection (Utilizzo sostenibile di composti bioattivi estratti da scarti di Brassicaceae e Solanaceae per la protezione di colture cerealicole), coordinato dal Centro di Ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali del CREA, in collaborazione con CREA Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari e CREA Politiche e Bioeconomia.
Nel concreto si tratta di realizzare sottoprodotti ad alto valore aggiunto che coniughino sostenibilità ambientale ed economica. Il progetto, della durata triennale, parte dall’individuazione delle varietà di patata da industria e coprodotti della filiera delle Brassicaceae più idonei per composizione biochimica, grazie a metodiche computer based e wet Lab (oppure metodiche bioinformatiche e di biologia molecolare). Dopo averne ottenuto scarti di lavorazione (bucce per le patate, residui della disoleazione delle radici e dei fusti per la rucola) ad alto valore aggiunto, (ricchissimi in biocomposti attivi quali glucosinolati, glicoalcaloidi, fenoli e flavonoidi, utili per la difesa della coltura stessa nei confronti degli stress biotici), si prefigge la realizzazione di miscele e formulati da utilizzare come risorsa nella difesa delle due colture maggiormente diffuse al mondo, mais e frumento, facilmente soggetti agli attacchi di funghi e patogeni, che producono tossine dannose per la salute dell’uomo e degli animali.
Riducendo, dunque, l’esposizione a funghi e patogeni dei cereali si riducono anche le micotossine e si ottengono, di conseguenza, prodotti più salubri. Le nuove formulazioni ad alto potere antifungino verranno, infine, reintrodurre nella filiera delle produzioni cerealicole per la difesa da patogeni fungini e da insetti fitofagi, conciliando in tal modo un impatto ambientale ridotto con l’adozione di una difesa fitosanitaria più sostenibile.
Una opportunità in più, insomma, sia per gli agricoltori, che attualmente non dispongono di validi biofungicidi a basso impatto ambientale; sia per i consumatori, sempre più attenti alla sostenibilità del prodotto acquistato, ma anche per le aziende che producono fertilizzanti, interessate a sviluppare nuovi prodotti in grado di incrementare il valore economico e ambientale dei propri scarti industriali.
“In effetti, lo svolgimento del progetto SUSINCER, – spiega Carlotta Balconi, ricercatore CREA e coordinatore scientifico del progetto – grazie alla molteplicità delle expertises coinvolte, prospetta un avanzamento della ricerca in campo agroalimentare tramite l’utilizzo di molecole bioattive in un contesto di economia circolare e di chimica verde. In particolare, la caratterizzazione e la valorizzazione delle biomasse da colture industriali e il loro reimpiego in agricoltura sostenibile su colture cerealicole ampiamente coltivate nell’areale lombardo, comporterà una ricaduta a favore delle filiere coinvolte; puntiamo molto alla condivisione dei risultati e dei metodi sviluppati con la comunità scientifica e con gli stakeholders”.