Il mercato francese del biologico mostra segnali concreti di ripresa dopo due anni di contrazione. Secondo i dati di BioAnalytics, la rete organica ha registrato un incremento del +5% nei dodici mesi terminati ad agosto 2025, con una crescita ininterrotta per diciotto mesi consecutivi. Si tratta di un’inversione di tendenza significativa rispetto ai cali del -7% nel 2022 e del -5% nel 2023 riportati da Agence Bio, due anni fortemente penalizzati dagli effetti combinati della crisi sanitaria e dell’inflazione.
Questa ripartenza, tuttavia, non può essere interpretata come un semplice ritorno alla normalità. Oltre al recupero tecnico dopo un punto di minimo, il settore è attraversato da trasformazioni strutturali che stanno ridisegnando le basi stesse del consumo biologico in Francia.
Negli ultimi cinque anni, l’evoluzione del biologico è stata influenzata da una serie di fattori convergenti. La rivoluzione digitale ha avuto un ruolo decisivo, con la crescente influenza dei social network che ha modificato i comportamenti di consumo e interrotto i cicli tradizionali, in particolare nei comparti non alimentari. Parallelamente, si è verificato un progressivo disimpegno della grande distribuzione: secondo Circana, il biologico, in tutti i mercati compreso il non food, ha registrato un calo del 4,5% (anno terminante luglio 2025). A ciò si è aggiunta una vera e propria guerra dei prezzi, segnata dalla concorrenza tra marche private, gamme a basso costo e promozioni ripetute, che hanno contribuito a comprimere i margini e a indebolire il posizionamento del biologico di qualità.
Un’altra dinamica rilevante riguarda la concorrenza crescente tra etichette e certificazioni.
La storica sigla AB (Agriculture Biologique) deve oggi confrontarsi con nuovi marchi e menzioni come HVE (Haute Valeur Environnementale) o “senza residui di pesticidi”. Questa moltiplicazione di label ha generato confusione nel consumatore e ha finito per frammentare la percezione del valore del biologico, erodendo la fiducia nel marchio storico. A complicare ulteriormente il contesto si aggiunge un chiaro disimpegno politico: lo Stato appare meno presente, sia sul piano economico sia su quello simbolico, riducendo il proprio ruolo di sostegno e indirizzo. Inoltre, la decisione del Tribunale amministrativo di Parigi (settembre 2025), che impone una revisione delle autorizzazioni all’immissione in commercio in applicazione del principio di precauzione, introduce nuovi vincoli normativi per gli operatori del settore.
Sul fronte della domanda, si osservano cambiamenti significativi nelle scelte dei consumatori. Alcuni comparti, come igiene e bellezza, risultano progressivamente de-prioritizzati, mentre emerge con forza una nuova categoria di acquirenti: i consumatori senior. Questa “onda grigia” rappresenta una novità assoluta nella storia dei consumi francesi e sta diventando un elemento determinante nella composizione della domanda e nelle strategie dei distributori.
Nel complesso, il settore appare oggi più dinamico, ma il mercato nel suo insieme rimane fragile. Le pressioni competitive, la corsa ai prezzi bassi, la frammentazione delle etichette e la mancanza di una politica pubblica coerente mantengono elevato il livello di incertezza. La crescita osservata negli ultimi mesi sembra configurarsi più come una fase di assestamento che come un consolidamento strutturale. Per garantire una ripresa duratura, il settore dovrà puntare sulla chiarezza dell’offerta, sulla coerenza dei valori e sul recupero della fiducia dei consumatori.
La Redazione














