Nel 2025 il marchio AB (Agriculture Biologique) compie 40 anni. Una ricorrenza importante per l’agricoltura biologica francese, che coincide però con una decisione che sta sollevando numerose preoccupazioni nel settore. Il Ministero dell’Agricoltura ha infatti annunciato un taglio di 15 milioni di euro al bilancio dell’Agence Bio, l’ente pubblico incaricato di sviluppare, promuovere e coordinare le filiere del biologico.
I tagli, confermati dal Ministero all’Agenzia France-Presse, riguardano in particolare la soppressione di 5 milioni di euro destinati alla comunicazione istituzionale e una drastica riduzione del Fondo Avenir Bio, che nel 2025 passerà da 18 milioni a 8,6 milioni di euro. La motivazione ufficiale è legata a un contesto di bilancio definito “complicato”, dovuto al venir meno delle risorse straordinarie del Piano di rilancio post-Covid e della pianificazione ecologica.
La decisione arriva proprio mentre era stata lanciata una grande campagna di comunicazione nazionale, intitolata “C’est bio la France!”, pensata per celebrare il quarantennale del marchio AB e rilanciare i consumi di prodotti biologici, in calo da anni a causa della forte inflazione. La campagna, finanziata inizialmente con 5 milioni di euro l’anno tra il 2024 e il 2026, potrà contare solo sul budget 2024, già interamente impegnato per due periodi di spot televisivi previsti in maggio e settembre. Per il proseguimento della campagna, l’Agence Bio non dispone più di fondi certi e resta nel dubbio su come portare avanti le attività promozionali.
Una delle pubblicità previste ha inoltre sollevato una polemica pubblica: secondo quanto riportato dal quotidiano Libération, il Ministero avrebbe chiesto modifiche a uno spot, sostituendo un couscous con un cassoulet e preferendo un attore caucasico a un attore meticcio. Il Ministero non ha smentito l’informazione, sostenendo che l’intenzione era quella di rappresentare “tutti i francesi”.
In questo clima, l’Agence Bio guarda con incertezza al proprio futuro. La sua direttrice, Laure Verdeau, sarà ascoltata nei prossimi giorni dal Senato nell’ambito della commissione d’inchiesta sulle agenzie e gli operatori pubblici. Già durante il Salon de l’Agriculture, l’Agenzia aveva espresso timori su possibili tagli al Fondo Avenir Bio, ora confermati nei fatti. Il rischio, ora, è quello di una riduzione della visibilità dei prodotti biologici e di un rallentamento nello sviluppo delle filiere, proprio nel momento in cui il settore avrebbe bisogno di sostegno per affrontare le sfide economiche e ambientali.
Se da un lato il 2025 segna una tappa simbolica per il marchio AB, dall’altro la riduzione del supporto pubblico getta un’ombra sulle prospettive del biologico in Francia, ponendo interrogativi sul reale impegno delle istituzioni nella transizione agroecologica.
Fonte: Le Figaro