Nonostante una sensazione di moderato ottimismo, la scorsa settimana – di ritorno da Norimberga e dalla principale fiera per il biologico in UE – il nostro direttore Antonio Felice aveva ammonito rispetto a un problema ormai da tempo persistente nel settore, ovvero la scarsa marginaliltà del prodotto certificato, a causa di un enorme aumento dei costi di produzione e non solo. Commentava Felice: “Sui prezzi del bio non basta più una riflessione, serve una campagna che faccia sentire forte la voce della produzione biologica a favore di prezzi che permettano al biologico di andare avanti e di riprendere la corsa”.
Una questione su cui è tornata anche Simona Fiorentini, marketing manager Fiorentini Alimentari, in un post su Linkedin, da lei stessa definito “polemico”.
“È appena finito BIOFACH / VIVANESS a Norimberga – ha scritto Fiorentini – e mai come quest’anno ci sono stati malumori e polemiche”. Il motivo di tale disappunto è legato, secondo la manager, all’occasione mancata dal comparto di affrontare nel modo giusto e coeso “il declino del bio che, inutile negarlo, ha coinvolto un po’ tutte le categorie merceologiche”.
“Bisognerebbe aiutarlo [il comparto] a riprendersi, a comunicarne i valori e le valenze, invece gli organizzatori della fiera cosa fanno? Aumentano i prezzi”, spiega Fiorentini. “Spazi venduti a peso d’oro e pochissima flessibilità alle richieste degli espositori”, aggiunge. “Il Risultato?”, si domanda. “Il -30% di spazi venduti e calo importante dell’affluenza“, si risponde.
Fiorentini punta il dito sull’aumento dei costi per gli espositori e, al contempo, alla durata della fiera, troppo lunga al giorno d’oggi.
“Quando lo capiranno che questa, così come altre fiere, sono troppo lunghe e costose? Che le aziende non possono più permettersi di spendere decine di migliaia di euro (tra stand, vitto e alloggio) per partecipare? Negli Stati Uniti le fiere durano 3 giorni. Che secondo me è la durata ideale. Vengono invitati buyer ed importatori gratuitamente e si danno incentivi alle aziende per partecipare”.
In questi giorni, invece, sentivo solo persone che si chiedevano se le avrebbero fatte ancora queste esposizioni e questo mi dispiace molto perché continuo a pensare che siano una grande occasione di confronto e conoscenza, ma se non c’è anche il business non hanno senso.