Mandorle e conserve di pomodoro dichiarate falsamente “biologiche” da imprenditori senza scrupoli di cinque imprese agroalimentari: grazie all’indagine della Guardia di Finanza di Caserta è emersa la sospetta truffa a scapito dei consumatori e della leale concorrenza, che danneggia fortemente il settore “bio” agroalimentare, modalità produttiva sempre più apprezzata dai consumatori di tutto il mondo e da chi è attento alla salute dell’ambiente e delle persone.
L’indagine comprende note aziende, al momento sono sette le persone indagate, per cui sono scattate le misure cautelari. Otto le realtà coinvolte con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al falso ideologico e alla frode aggravata. La più importante organizzazione del biologico italiano sottolinea che, se confermata, l’inchiesta può consentire di fare pulizia in comparti agroalimentari tipici del Made in Italy come le conserve a base di pomodoro e le mandorle.
Paolo Canemolla – segretario generale di FederBio
Da sempre a fianco delle forze dell’ordine per combattere le truffe nel biologico, FederBio ringrazia la Procura di Santa Maria Capua Vetere, gli investigatori della Guardia di Finanza e dell’ICQRF del MASAF per la recente operazione che ha consentito di scoprire una rilevante frode nella commercializzazione di prodotti falsamente dichiarati biologici.
Da anni FederBio è parte attiva nel segnalare alle Autorità competenti situazioni a rischio frode, in particolare in alcuni comparti e territori critici come quelli che sono stati oggetto delle indagini da parte della Procura di Santa Maria Capua Vetere. La Federazione propone, inoltre, soluzioni concrete per migliorare il sistema dei controlli che integrano le moderne tecnologie digitali per garantire un monitoraggio, preciso e in tempo reale, delle tecniche di produzione e una vera tracciabilità anche nel caso di filiere complesse.
“In questa delicata situazione congiunturale, in cui anche il mercato dei prodotti biologici risente delle difficoltà delle famiglie italiane è ancora più importante garantire la massima trasparenza e rassicurare i consumatori sul rigore con cui vengono scoperti e perseguiti coloro che frodano – ha sottolineato Paolo Carnemolla, segretario generale di FederBio (nella foto) -. Episodi come questi nel casertano costituiscono un grave danno di concorrenza sleale per tutti i produttori biologici onesti, pregiudicando anche i cittadini che scelgono un’alimentazione sostenibile a base di prodotti bio. Recentemente abbiamo sollecitato il Governo affinché dia attuazione alla delega sulla riforma del sistema di certificazione dei prodotti biologici, e questa indagine dimostra come non ci sia più tempo da perdere” .
Roberto Zanoni – presidente AssoBio
“Ringraziamo lo sforzo congiunto della Guardia di finanza e degli ispettori dell’ICQRF”, ha dichiarato Roberto Zanoni (nella foto a fianco), presidente dell’Associazione nazionale delle imprese di produzione, trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici e naturali.
“AssoBio partecipa attivamente all’unità di crisi coordinata da FederBio per monitorare l’andamento dell’indagine e mettere in campo le misure necessarie a tutela del settore, cogliendo l’occasione per far emergere e risolvere, nelle sedi opportune, quelle falle che rischiano di penalizzare il comparto bio e che vanno sanate con urgenza. Da tempo AssoBio chiede la creazione di una piattaforma validata dal Ministero a favore della trasparenza e della tracciabilità del prodotto biologico dal campo alla tavola, sia per i prodotti di origine italiana che per quelli di provenienza estera. Adeguati investimenti in comunicazione e una seria lotta al greenwashing, diffuso e dannoso per la reputazione della filiera italiana agroalimentare, si aggiungono alle linee d’azione non più rimandabili che AssoBio sollecita da tempo nel dialogo pubblico con i decisori politici. Riteniamo che in questa fase – ha concluso Zanoni – sia opportuno mantenere alta l’attenzione senza esacerbare i toni della discussione, certi, come siamo, che la tutela del biologico debba passare dal rispetto delle regole, sanzionando i comportamenti scorretti o illeciti, segnalando mancati adempimenti e storture del sistema, ma sempre in un clima garantista e costruttivo”.
Giuseppe Romano – presidente di AIAB
“Stiamo seguendo con grande attenzione, grazie anche ai contatti con i nostri responsabili provinciali, la notizia della presunta frode su prodotti bio a Santa Maria Capua Vetere. AIAB è da sempre attenta a seguire questi interventi della Procura, fondamentali per la sicurezza di tutto il sistema e segno evidente, una volta di più, che il sistema di controlli e certificazioni c’è e funziona”. È quanto ha dichiarato Giuseppe Romano, presidente di AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica). “Gli organismi di controllo, infatti, – ha aggiunto Romano – sono stati da subito in contatto con le autorità competenti. È importante ora accertare le eventuali responsabilità dei singoli e continuare a vigilare, senza però generalizzare questi singoli episodi a tutto il sistema bio”.
“Quello del biologico – ha concluso Romano – è l’unico sistema di controllo che assicura in media il 130% di controlli nelle aziende ogni anno, quindi più di uno per azienda per un totale tra i 120 e i 150.000 controlli. Parliamo di una copertura totale, come nessun altro settore è in grado di fare, affinché ci sia la massima trasparenza ed eventuali mele marce, presenti del resto in tutti i settori, vengano espulse dal sistema, a garanzia della reputazione del sistema stesso, di tutti gli agricoltori onesti e dei consumatori”.
Ivano Giacomelli – segretario nazionale di Codici
“Una maxi truffa, l’ennesima in un settore che continua a mostrare lacune preoccupanti. Non è la prima in questo campo”, ha sottolineato Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici, associazione a tutela dei consumatori. “Un compito non facile, come dimostrano queste vicende. Nelle pubblicità e sugli scaffali di negozi e supermercati il biologico la fa da padrone, ma purtroppo non sempre questo termine è sinonimo di garanzia. Le truffe sono in agguato, le insidie per i consumatori sono tante, pensando anche al greenwashing. Per questo riteniamo che sia necessario alzare la guardia e rafforzare i controlli per garantire prodotti certificati e sicuri, soprattutto in un momento delicato come questo, segnato da una parte dai rincari che stanno mettendo in difficoltà tante famiglie e tante aziende, e dall’altra dalla promozione di un’alimentazione sostenibile e bio, che viene danneggiata da vicende come quella oggetto dell’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere”.
La Redazione