Farinetti a Wine2Wine 2022: “In Italia il vino dovrà essere solo bio”

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Dalla stampa all’universo social, la Wine Communication è un tema che riguarda tutti gli addetti ai lavori. È infatti stato il focus di Wine2Wine 2022, il business forum by Vinitaly, che ha avuto luogo a Veronafiere il 7 e l’8 novembre scorsi.

La comunicazione del vino, come ha detto Oscar Farinetti fondatore di Eataly e da tempo produttore con Fontanafredda, “crea quel valore immateriale, che fa vendere il vino meglio, e pone le condizioni affinché la filiera, a partire dal viticoltore, sia remunerata meglio”.

“Noi italiani siamo bravissimi a produrre, abbiamo la miglior manifattura del mondo. Ma non siamo bravi a comunicare, e i francesi nel vino ci surclassano perché oltre ad avere un prodotto di alta qualità sanno raccontarlo”, ha dichiarato Farinetti. “La prima cosa che dovremmo raccontare è il terroir: da noi si fa vino dovunque, con 1.200 varietà, mentre in Francia in solo cinque zone con 200 varietà. Dobbiamo raccontare la biodiversità, e la filiera. Oggi il mercato mondiale del vino vale tra i 70 e i 75 miliardi di euro, meno del fatturato della Coca Cola Company. Ma crescerà, arriveremo a 300 miliardi entro 40 anni, perché 2/3 del mondo oggi non bevono vino, ma lo faranno. A fatturare ben 45 miliardi su 75 circa sono Italia e Francia. Ma i francesi fatturano il doppio di noi, perché sono più bravi a comunicare, e portano a casa il prezzo medio doppio in virtù del fatto che una cosa raccontata bene si vende meglio. Per creare valore immateriale dobbiamo entrare nel mito, e per farlo serve creare identità. E noi, come Italia, dobbiamo darci l’identità del vino “pulito”, del bio, che sia biologico o biodinamico, perché siamo nella latitudine migliore e nelle condizioni climatiche ideali per farlo. Nel mondo si dovrà pensare che bere vino italiano è più sano che bere quelli di altri Paesi. Immaginiamo questa cosa, in Italia il vino dovrà essere solo bio, obbligatorio in disciplinare. Ci arriveremo, ma se ci arriveremo dopo altri ci daremo degli stupidi. Serve identità, velocità di azione, e rispetto della filiera. Serve lo studio della storia e della tradizione, ma anche lo sforzo di creare ed innovare. Perché come diceva Socrate, la vera sapienza è sapere di non sapere”.

Fonte: Wine News

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