A Slow Wine l’impegno dei viticoltori Demeter: “L’equilibrio con la natura partendo dalla terra”

Slow Wine Demeter

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Demeter Italia ci ha visto dentro ed ha debuttato in questi giorni a Slow Wine come partner ufficiale. La fiera è stata un successo a tutto tondo ed esserne stati tra i protagonisti è stata una scelta molto azzeccata ed un successo per Demeter. E poi ci sono i vini biodinamici dei viticoltori associati a Demeter Italia che sono stati tra i più apprezzati durante la tre giorni bolognese dedicata al vino “buono, pulito e giusto”.

Due i momenti salienti della presenza di Demeter a Slow Wine nello spazio della Demeter Arena. La masterclass del 25 febbraio “Dalla terra al vino: la biodinamica come vettore di qualità nel bicchiere”, ha ripercorso le caratteristiche salienti della viticoltura biodinamica attraverso otto etichette di aziende certificate Demeter, provenienti da Italia, Slovenia, Georgia e Francia: Al di là del fiume (Emilia-Romagna), Tenuta di Valgiano (Toscana), Ausonia (Abruzzo), Kristian Keber  (Brda/Slovenia), Trajnostno kmetovanje Zorjan (Slovenia), Gotsa Family Wines (Georgia), Domaine Amirault (Loira, Francia), Château Fougas (Bordeaux, Francia).

Fabio Pracchia, scrittore e divulgatore in ambito vitivinicolo, nonché moderatore della degustazione, afferma: “La biodinamica ha riformulato l’approccio contemporaneo al vino, pensandolo non più come prestazione enologica quanto come relazione tra gli elementi che compongono l’organismo agricolo”. Hanno inoltre partecipato alcuni dei vignaioli, con una narrazione non soltanto relativa al prodotto, ma portando la loro testimonianza sulla scelta della filosofia biodinamica come metodo di fare agricoltura.

Il 26 febbraio si è tenuto il talk: “Esperienze di viticoltura biodinamica: filosofia e mercato”, moderato da Giovanni Buccheri, direttore di Demeter Italia. Quattro viticoltori hanno raccontato le motivazioni dietro l’adozione della biodinamica e la loro esperienza, una più bella ed emozionante dell’altra.

Danila Morgagni, vignaiola di Al di Là del Fiume, gestisce un’azienda con vigneti fino a 600 metri di altezza, un bosco adiacente, un frutteto, animali e servizi di ospitalità. La viticoltrice ha fondato la tenuta 18 anni fa su un terreno lavorato dai genitori di suo marito e ha deciso di optare per la biodinamica dopo un incontro con Adriano Zago, con l’obiettivo di mantenere un approccio di ricerca costante e prospettive innovative.
Giancarlo Ceci, proprietario dell’omonima azienda vicino ad Andria in Puglia, è stato uno dei primi viticoltori biologici del Meridione, a partire dal 1988. La tenuta è poi passata alla biodinamica, con colture di vino, olio, ortaggi e un allevamento di vacche podoliche. La sua mission: la comunicazione dell’approccio biodinamico ad un pubblico ampio e la massima attenzione verso un suolo sano, che permetta alle piante di affrontare con successo la siccità e lo stress idrico che affliggono la Puglia. Sua la frase forse più significativa dell’incontro: “Il nostro impegno è quello di cercare un equilibrio con la natura partendo dalla gestione del suolo. Per me è stato affascinante constatare i risultati della biodinamica. Sono convinto che avremo un futuro importante perché siamo in grado di offrire delle soluzioni”.

Alfredo Figus, agronomo e direttore tecnico di Olianas, azienda sarda collegata al gruppo toscano delle cantine della famiglia Casadei, ha sottolineato l’importanza dell’agricoltura biodinamica rispetto a quella convenzionale per la rigenerazione dei suoli, come collegamento tra uomo, animali e piante, in un approccio armonico e sostenibile.

Kristian Keber, proprietario dell’azienda Edi Keber situata sul confine con la Slovenia, rappresenta una famiglia di viticoltori del Collio attiva da 350 anni. È stato lui a sperimentare per primo l’approccio biodinamico e a trasferirlo poi a tutta l’azienda. La sua sfida maggiore è stata ed è affrontare le crisi ambientali di un territorio, sospeso tra l’Adriatico e le Alpi Giulie, molto piovoso e soggetto alla peronospora. Lo ha fatto cercando di potenziare la fertilità dei terreni con metodi naturali e utilizzando il più possibile varietà autoctone in vigna.

Secondo tutti i produttori intervenuti alla Demeter Arena, la biodinamica è metodo di agricoltura dalle radici antiche ma con uno sguardo rivolto verso il futuro. A cent’anni dalla sua nascita, questo approccio olistico promuove la sinergia tra animali, piante e uomo e riconosce la connessione profonda tra la salute del suolo e il benessere di ogni organismo vivente.

Giovanni Buccheri, direttore di Demeter Italia, sottolinea: “Abbiamo oltre 140 aziende vitivinicole detentrici del marchio e rimango sempre più sorpreso del loro costante impegno, focalizzato sull’osservazione attenta della vita del vigneto e arricchito da ricerca e conoscenza. L’agricoltura biodinamica rappresenta una risposta al cambiamento climatico e garantisce cibo buono, sano e di qualità”.

Demeter Italia è affiliata alla Biodynamic Federation Demeter International (BFDI). Con sede a Parma, Demeter Italia svolge un’attenta azione di controllo sulla produzione, la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti, seguendo ogni fase della filiera fino al rilascio della certificazione Demeter e all’etichettatura. L’associazione comprende oltre 1.000 aziende di diverse categorie merceologiche diffuse su tutto il territorio nazionale, che applicano il metodo di agricoltura biodinamico ispirato da Rudolf Steiner nel 1924.  (a.f.)

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