Editoriale. Due lobby che si scontrano

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L’uscita del Consorzio il Biologico di Bologna, società collegata all’organismo di certificazione CCPB, dalla Federazione di settore FederBio, è sfociata oggi, con l’intervento del presidente di FederBio Paolo Carnemolla, in una polemica aspra oltre ogni aspettativa e che fa presagire come la frattura sia insanabile. Le conseguenze di una spaccatura di tale portata all’interno del sistema delle aziende e delle organizzazioni del biologico italiano, uno dei migliori al mondo, non sono facili da prevedere ma quello che si può dire da subito è che il sistema non ne uscirà rafforzato ma indebolito, facendo il gioco di chi, dall’esterno, a partire forse proprio dalla politica, ha tutto l’interesse a metterci il cappello sopra.

Mancano otto giorni a un appuntamento nazionale, il SANA di Bologna, dove ci saranno tutti, politici compresi. Sarà quella l’occasione e la sede per un improbabile recupero o per una definitiva uscita dalla Federazione che potrebbe essere la premessa a qualcosa di più vasto e aprire persino una emorragia in seno alla Federazione, non si sa di quali dimensioni. Da una parte, abbiamo un Consorzio che rappresenta le più importanti e qualificate aziende del biologico italiano – perché questo è oggi il Biologico – e che è legato societariamente a uno dei più accreditati e seri organismi di controllo a livello nazionale e internazionale (il CCPB), dall’altro una Federazione nulla affatto debole, con un gruppo dirigente in sella da anni e che ha sviluppato nel tempo idee, alleanze e sensibilità che lo portano a prendere posizioni nette e di conseguenza non sempre condivise o condivisibili. La verità è che siamo di fronte a due lobby che si scontrano e che il settore è in mezzo, un settore in piena salute, che cresce oltre ogni previsione, che ha il vento in poppa, in barba alle burocrazie e a tutte le complessità della situazione italiana. Si trovano di fronte due visioni del biologico. Oltre i personalismi e gli stretti interessi delle parti, questa è una spaccatura vera, che forse non sarebbe avvenuta se non ci fosse il boom del biologico, che è poi anche all’origine di un disegno di riforma che scombina rapporti e interessi consolidati su cui lo stesso boom del biologico italiano si è fondato.

Antonio Felice

direttore di GreenPlanet

 

Notizie da GreenPlanet

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