Governo Draghi, gli auspici e le speranze del settore del biologico

Patuanelli - Cingolani

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Venerdì 12 febbraio è nato ufficialmente il governo Draghi e con esso è stato nominato il nuovo ministro dell’agricoltura, il pentastellato Stefano Patuanelli (nella foto a destra), e – non a sorpresa – il ministro della transizione ecologica, il tecnico Roberto Cingolani (nella foto a sinistra). Un ministero inedito, atteso da anni nell’ambiziosa speranza di avere una rappresentanza istituzionale in grado di realizzare concretamente l’auspicato modello di sviluppo sostenibile. Una nomina che di fatto soddisfa le principali associazioni del comparto.

FederBio
Da FederBio gli auguri di buon lavoro al nuovo Esecutivo guidato da Mario Draghi e al neo ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Patuanelli.
La Federazione italiana dell’agricoltura biologica e biodinamica in una nota augura buon lavoro al nuovo Esecutivo guidato da Mario Draghi e offre la massima disponibilità a collaborare, “in una fase decisiva per il futuro dell’agricoltura e per la ripresa economica del Paese”, sottolineando le tante
questioni ancora aperte: dall’approvazione definitiva della legge sull’agricoltura biologica, al nuovo regolamento europeo sul bio, alla Riforma della PAC e alla definizione del Piano strategico Nazionale.
“Vorrei esprimere i migliori auguri al nuovo governo Draghi e in particolare al neo Ministro delle Politiche Agricole”, ha dichiarato la presidente Maria Grazia Mammuccini (nella foto). “In un’ottica di totale collaborazione – ha aggiunto -, FederBio mette a disposizione il proprio sistema di conoscenze, consapevole che l’esperienza di tante imprese bio rappresenti un patrimonio a disposizione del Paese per supportare la transizione ecologica dell’agricoltura italiana. Il biologico è infatti l’innovazione che abbiamo a disposizione non solo per soddisfare la richiesta di salute dei cittadini, il contrasto al cambiamento climatico e frenare la perdita di biodiversità, ma soprattutto per il rilancio economico di tanti territori rurali e per l’occupazione delle donne e dei giovani che sempre di più scelgono il bio”.

Coalizione #CambiamoAgricoltura
Stessa auspicio e pari apertura al dialogo da parte della Coalizione #CambiamoAgricoltura che auspica un rilancio della transizione agro-ecologica della agricoltura nostrana. “Nella sua agenda Patuanelli avrà infatti alcuni appuntamenti importanti, primo fra tutti l’avvio del tavolo di concertazione con le parti sociali ed economiche e la società civile per la redazione del Piano Strategico Nazionale della PAC post 2020, atteso da oltre un anno. Il Trilogo UE dovrebbe completare l’iter della riforma della PAC entro il mese di maggio e la partita della prossima programmazione, che sarà operativa dal gennaio 2023, si sposterà completamente nel terreno dei singoli Stati membri.
Per la Coalizione #CambiamoAgricoltura l’Italia ha le carte in regola per puntare ad obiettivi più ambiziosi, come il 40% di superficie agricola utilizzata certificata in agricoltura biologica entro il 2030, e l’utilizzo degli aiuti PAC condizionati alla ristrutturazione delle filiere della zootecnia intensiva, per affrontare la crescente insostenibilità di questo comparto, in particolare in Pianura Padana, e scegliendo senza remore la strada della transizione agro-ecologica per tutta l’agricoltura, l’unica in grado di coniugare la salute dell’uomo con quella dell’ambiente, nell’ottica di “One Health”. Per questo – sottolinea la nota dell’associazione – sarà importante l’imminente approvazione da parte del Parlamento della nuova Legge sull’agricoltura biologica e il Ministero dovrà assicurare il massimo impegno per la sua rapida e concreta attuazione. Un altro impegno prioritario per il nuovo Ministro, condiviso con i suoi colleghi della Salute e della Transizione Ecologica, è l’approvazione del nuovo Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, ormai scaduto dal febbraio 2018. Si tratta del principale strumento per l’attuazione della Direttiva UE sui pesticidi, 2009/128/CE, fondamentale per poter raggiungere gli obiettivi delle Strategie UE Farm to Fork e Biodiversità 2030”.

AIAB – Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica
Per l’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica i nuovi ministeri dell’Agricoltura e della Transizione Ecologica “devono essere visti come complementari per raccogliere le sfide che ci chiede non solo l’Europa ma l’intero Pianeta” e apostrofa come “un vero peccato” che il nuovo ministero della Transizione ecologica, non sia stato denominato della Transizione Agro-ecologica “perché i metodi produttivi dell’agricoltura e della zootecnia non sono certo secondari al cambio di paradigma necessario per contrastare i cambiamenti climatici”.
AIAB sottolinea anche come prioritaria la necessità di investire sulla ricerca indipendente, vista come tassello essenziale per far crescere il comparto ed in modo costate nel tempo. “Il recente bando per la ricerca sta naufragando nella burocrazia e nelle progressive interpretazioni, evidenziando ancora una volta la mancanza di visione della precedente gestione”.
Sul piano europeo AIAB è concorde con le altre associazioni del bio mentre sul piano nazionale ammonisce:
“Un passo importante è stato fatto con l’approvazione in Senato della legge sul bio e che ci auguriamo venga approvata presto, ma questo non ci mette al riparo da inciampi e dalla necessità di migliorarne alcuni contenuti.  La pandemia che stiamo vivendo è la dimostrazione di quanto il mondo sia diventato ‘piccolo’ e di quanto le cause e le conseguenze dei grandi cambiamenti siano interconnessi. È impensabile quindi spacchettare e suddividere le competenze secondo logiche ormai superate. La transizione ecologica non può dunque fermarsi alla rottamazione delle vecchie auto o a qualche riconversione industriale, ma deve necessariamente tener conto di come si consuma e si produce il cibo”. (c.b.)

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