Danimarca, un esempio da imitare

Danimarca

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Può sembrare strano, pensando alla sua estensione e collocazione geografica, ma la Danimarca è un Paese importante nella produzione di alimenti biologici. Nel 1987 ha introdotto le regole per la produzione biologica e ha sviluppato standard nazionali. L’etichetta BIO danese (marcata con la Ø) esiste dal 1989 e garantisce ai consumatori che gli alimenti siano stati coltivati e trasformati secondo le norme e che siano stati controllati dallo Stato.

Attualmente sono circa 300.000 gli ettari coltivati a biologico in Danimarca. Tra i prodotti di punta figura il latte, lavorato in 370 aziende: nel 2002 sono stati prodotti 728 milioni di litri di latte bio, il 13% della produzione totale. La quota di mercato del latte bio in Danimarca è pari al 32% in volume e al 36,6% in valore. 

Interessante anche la produzione suina. Nei 50 allevamenti certificati sono stati allevati circa 210.000 capi, l’1,3% del totale. La quota di mercato è pari al 5,3%. In ambito avicolo, la produzione di uova bio corrisponde al 32% del totale, con poco meno di 25 milioni di chili raccolti nel 2022. La loro quota di mercato è pari al 44,4%.  

Per quanto riguarda i consumi, oggi le vendite di alimenti biologici nel retail in Danimarca valgono poco meno di 16 miliardi di corone danesi – pari a più di 2 miliardi di euro – erano 6 nel 2012. Il biologico rappresenta il 12% del mercato del retail e il consumo pro-capite di alimenti bio è stato pari a 460 euro nel 2022. Le vendite sono cresciute anno su anno dal 2003 al 2021, quando è iniziata una fase di stasi, confermata da una riduzione del 3% nel 2022 a causa dell’inflazione. 

Frutta e verdura rappresentano il 37% del mercato del biologico, seguite da latte e derivati (21%), cereali (10%), bevande (9%), carne e pesce (7%) e uova (5%). 

I danesi non cercano il biologico solo al supermercato, ma anche al ristorante. Le vendite di alimenti bio nel foodservice hanno raggiunto nel 2022 la quota di 3,1 miliardi di corone danesi (più o meno 400 milioni di euro), circa il 13% del mercato. Anche le cucine che servono alimenti biologici hanno una loro certificazione e sono riconoscibili al pubblico grazie a un sistema di marcatura a tre colori: oro, per quelle che impiegano tra il 90 e il 100% di ingredienti bio; argento, per quelle che si collocano tra il 60 e il 90% e bronzo per chi si ferma a una quota tra il 30 e il 60%.

“I danesi – spiega Mette Jasper Gammicchia, Market Development Director at Danish Agricultural & Food Council – cercano il biologico anche quando vanno fuori casa. Ma questo risultato è il frutto della grande collaborazione tra pubblico e privato, produttori e ristoratori, con l’obiettivo comune di incrementare i consumi bio. Per esempio per ottenere gli appalti nelle mense pubbliche, bisogna avere in catalogo un numero minimo di referenze certificate”. 

La Danimarca è un interessante bacino per i prodotti biologici italiani. “Molti prodotti di origine italiana – prosegue – sono apprezzati, in particolare l’ortofrutta e il vino, ma anche la pasta e i pelati”.

Elena Consonni

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