Dall’Australia le prime banane OGM per il consumo umano

banana OGM

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Lo scorso febbraio scorso in Australia è stato dato il via libera alla produzione di banane geneticamente modificate per resistere all’infezione fungina nota come malattia di Panama, una minaccia devastante per le coltivazioni in tutto il mondo.

Si tratta della prima banana OGM mai approvata e ora i frutti in fase di sperimentazione sono giunti alla giusta maturazione per essere gustati. Le autorità di regolamentazione australiane hanno stabilito che il frutto è sicuro e nutriente quanto quelli non modificati e questo apre nuove frontiere nella produzione e salvaguardia di quello che è da considerarsi come uno dei prodotti più consumati al mondo.

Tecnicamente si chiama QCAV-4 e si tratta della prima banana geneticamente modificata a essere approvata per la produzione commerciale, ma anche il primo frutto OGM approvato per la coltivazione in Australia. Questa banana di varietà Cavendish, la più diffusa al mondo, ha il pregio di non poter contrarre la devastante malattia di Panama che minaccia l’industria mondiale delle banane. La sperimentazione e lo sviluppo della pianta si deve ai ricercatori della Queensland University of Technology che, tramite il Banana Biotechnology Program, per quasi 25 anni hanno fatto sperimentazioni su un terreno nei pressi di Humpty Doo, nel nord del Paese, che in precedenza aveva ospitato una coltura di Cavendish decimata dalla malattia di Panama. A guidare il team di ricerca è il professor James Dale, direttore del Centre for Tropical Crops and Biocommodities della Queensland University of Technology in Australia, che in questi giorni ha finalmente potuto assistere alla maturazione dei primi frutti.

Dale e il collega sono stati i primi ad aver mangiato un frutto OGM coltivato in Australia, ma prima di vederle sugli scaffali dei supermercati, assicurano, c’è bisogno di ulteriori verifiche. D’altro canto, nonostante il nullaosta del governo, le questioni legate commercio sul mercato estero non sono da sottovalutare e, proprio per ovviare a questo, il professor Dale si è concentrato su una nuova fase del suo progetto che riguarda la modifica genetica e l’editing dei geni già esistenti (Ngt o Tea).

Fonte: Gambero Rosso

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