Crescita e sfide del settore del biologico: le ricerche di NIQ e Nomisma a Marca2025

Assobio Marca2025

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Il confronto di filiera a Marca 2025 si è aperto con la presentazione di due ricerche di mercato a cura di NIQ e Nomisma durante il convegno organizzato da Assobio“Oltre il Biologico. Innovazione, Fiducia e Sostenibilità per un Nuovo Rapporto con il Consumatore”.  Entrambe le ricerche – presentate da Silvia Zucconi, Chief Operating Officer di Nomisma e Nicola De Carne, Retail Customer Success Leader di NIQ – hanno messo in evidenza l’evoluzione delle preferenze dei consumatori di bio e le sfide che il settore deve affrontare per continuare a crescere

Cresce il numero di famiglie acquirenti

Il 2024 rappresenta un anno di ripresa per il settore:  secondo la ricerca Nomisma, il numero di famiglie che ha acquistato almeno un prodotto biologico è passato da 13 milioni nel 2012 a 24 milioni dello scorso anno. La ricerca NIQ riporta che ben 23,8 milioni di famiglie in Italia hanno acquistato almeno un prodotto biologico, con una penetrazione del 92,7%. Un dato che segna una continua espansione del mercato e mostra un crescente interesse verso il biologico da parte di un numero sempre più ampio di consumatori.

La sostenibilità: un driver centrale di acquisto ma la confusione regna sovrana

La sostenibilità emerge come un driver fondamentale nelle scelte di acquisto, sebbene solo il 13% dei consumatori valuti questo aspetto attraverso la certificazione mentre l’11% ne riconosce il valore anche in più generici green claim.  In questo senso, un tema cruciale emerso da entrambe le ricerche è la confusione riguardo alle etichette. La ricerca Nomisma ha rivelato che i consumatori  – ancora “inesperti” – nel 40% dei casi si sentono confusi dalle informazioni presenti sul pack, in particolare riguardo alla dicitura “Residuo Zero”, che non viene distinta dal biologico. “In questo contesto, nonostante la maggioranza degli italiani sia perfettamente consapevole delle maggiori garanzie offerte dal marchio biologico (54%), si rileva comunque una quota del 23% di consumatori che considera le referenze senza residui del tutto simili ai prodotti biologici e un ulteriore 23% che ritiene addirittura superiori le garanzie offerte dal claim rispetto al sistema produttivo bio certificato”. La ricerca NIQ ribadisce che la confusione sulle etichette è un fattore che potrebbe compromettere la fiducia nei prodotti biologici. Il rischio è che l’abbondanza di claims ambientali possa generare diffidenza e caos, suggerendo l’urgenza di una comunicazione più chiara e trasparente.

La necessità di trasparenza, dettaglio e sintesi

La ricerca Nomisma ha anche messo in evidenza che il 48% dei consumatori considera molto importante avere informazioni relative all’origine dei prodotti e alla riduzione degli imballaggi in plastica. Tuttavia, il 39% dei consumatori ha dichiarato di sentirsi confuso dalle troppe informazioni presenti sulle etichette. La ricerca NIQ conferma questa necessità, mettendo in luce che 46% dei consumatori cerca informazioni più dettagliate, ma un altro 27% si concentra principalmente su ciò che è visibile sull’etichetta del prodotto. 

Evidenze e opportunità 

Le overview rivelano diverse opportunità di crescita per il mercato del biologico. Entrambe le analisi riferiscono che il biologico deve espandere e approfondire la propria offerta, perché “la domanda di bio è  strettamente correlata alla sua disponibilità a scaffale in GDO, ormai da anni il principale canale di vendita nonostante il fuori casa stia prendendo importanti quote di mercato”.
Inoltre, continua la ricerca NIQ, “il mercato del bio è in gran parte fatto dalle MDD e da piccoli marchi di aziende che nel ranking sono oltre al 200esimo posto. Al contrario, i grandi brand non trovano spazio in questo mercato”, che potrebbero trovare margini agendo sulle barriere economiche che ancora limitano la possibilità di acquisto di bio da parte di famiglie a reddito basso.
In termini di proposta, poi, “le trenta principali categorie di prodotto bio sono legate alle materie prime di base, e sulle 260/280 presenti in totale in assortimento in un supermercato medio realizzano i due terzi del giro d’affari di biologico”.

Infine, in fatto di comunicazione, gli analisti suggeriscono di focalizzarsi su messaggi chiari e trasparenti, puntando sui benefici ambientali e salutistici del biologico.

Le prospettive per il 2025

Guardando al futuro, il 2025 rappresenta un anno di grande opportunità per il settore. Le aziende devono concentrarsi su prezzi più competitivi, in grado di rendere i prodotti biologici accessibili a un numero maggiore di consumatori. Inoltre, è fondamentale che i produttori e i rivenditori migliorino l’educazione alimentare, sensibilizzando i consumatori sulle differenze tra prodotti biologici e convenzionali e promuovendo la sostenibilità attraverso pratiche chiare e certificate. La crescita del biologico, quindi, è legata a una maggiore consapevolezza e chiarezza da parte delle aziende, che devono impegnarsi a comunicare in modo semplice e trasparente i valori alla base dei loro prodotti.

La Redazione

Notizie da GreenPlanet

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