Secondo la Global Soil Partnership della FAO, “ci sono più organismi in un grammo di suolo sano che persone sulla Terra. Il 95% del nostro cibo proviene dal suolo, ma il 33% del suolo terrestre è già degradato e questa percentuale potrebbe salire al 90% entro il 2050”. Sempre la FAO avverte che “l’uso eccessivo e improprio dei pesticidi causa danni indesiderati a specie non target, mentre la persistenza nell’ambiente e i residui tossici possono impattare su specie utili e organismi non target, come gli umani, contaminando anche le acque e i suoli a scala globale” a discapito della biodiversità e quindi della stessa fertilità.
Partendo da questo triste presupposto è iniziato lo scorso 28 luglio da Ravenna il giro d’Italia dei suoli de “La Compagnia del suolo”, una campagna di sensibilizzazione in 9 tappe, organizzata nell’ambito del progetto Cambia la Terra, (promosso da FederBio con Legambiente, Lipu, Medici per l’ambiente, Slow Food e WWF) e cofinanziata nell’ambito del progetto BiolsEu.
L’iniziativa si propone di accendere i fari proprio sul progressivo depauperamento dei suoli e sulle conseguenze a cascata sull’intero sistema, poiché “ci sono scelte che vanno oltre la singola questione poiché legate dalla cosiddetta catena trofica alimentare”.
Dunque, cosa comporta un uso eccessivo della chimica di sintesi nei campi? Ne hanno parlato a Ravenna Paolo Carnemolla, segretario generale di FederBio; Dante Lupato, agronomo, e Annalisa Corrado di AzzeroCO2, autrice del libro “Le ragazze salveranno il mondo”.
“L’agricoltura ha un ruolo importantissimo nella difesa del suolo – ha commentato Carnemolla, ma per mantenere questa risorsa occorre ripensare all’intero paradigma della produzione e del consumo. L’agricoltura produce direttamente più di un decimo dei gas che provocano il cambiamento climatico: assieme alla gestione delle foreste e all’intero comparto produttivo, l’alimentazione è responsabile di oltre un terzo delle emissioni di gas serra. Allo stesso tempo, gli agricoltori sono le prime vittime del cambiamento climatico in atto: siccità, ondate di calore, inondazioni si riflettono innanzitutto sui campi coltivati e sulla perdita di raccolto. Bisogna riformulare l’intero modello, e per farlo è necessario puntare sulla salvaguardia del suolo fertile, uno dei primi ‘serbatoi di assorbimento’ dell’eccesso di CO2 in atmosfera. L’agricoltura biologica non contamina il suolo con sostanze chimiche di sintesi e assicura metodi di coltivazione e pratiche agricole che hanno come primo risultato il mantenimento della fertilità del suolo e la produzione di alimenti sani e puliti. È ora che al biologico venga riconosciuta l’azione di salvaguardia ambientale complessiva, e per farlo si deve partire dall’approvazione della legge sul bio”.
“Cominciare a proteggere il suolo iniziando dall’agricoltura, una delle attività che maggiormente si basano sull’utilizzo dei terreni e maggiormente ne hanno bisogno, è sempre più necessario anche per difendere la nostra salute”, ha aggiunto Lupato. “Non c’è nulla di slegato, dobbiamo capire che il mangiare cibo sano ha un effetto nutraceutico sul nostro organismo e, quindi, che per avere la pace sanitaria serve la biodiversità”.
Quello di Ravenna è stato il primo dei nove dialoghi in piazza in cui la Compagnia del Suolo affronterà vari temi legati all’agricoltura, alla gestione dei terreni, alla minaccia rappresentata da pratiche agricole insostenibili. Ogni incontro verrà organizzato in concomitanza di ogni tappa in cui la Compagnia composta da tre giovani esperti di comunicazione ambientale e agronomi qualificati si fermerà per prelievi mirati in campi biologici e convenzionali al fine di verificare la presenza nei terreni di sostanze chimiche derivate dall’uso di insetticidi, diserbanti, fungicidi.
I risultati delle analisi dei vari campioni di terreno saranno presentati e discussi in un evento finale che si terrà a Roma a inizio novembre.
L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha dato il suo patrocinio alla campagna di sensibilizzazione, il CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura) ha concesso alcuni dei propri campi sperimentali per le analisi della Compagnia del suolo.
La Redazione