Il collegamento fra Italia e Togo è sempre più saldo anche grazie al progetto Ananas Dolcetto che entra a pieno titolo nel secondo anno di attività. Il progetto, un’iniziativa di cooperazione internazionale per lo sviluppo dell’agricoltura cooperativa in Togo, è promosso da Coopermondo, la ONG del Sistema Confcooperative, con il contributo di AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo assegnato nell’ambito del Bando Profit 2018, e vede Brio come capofila. L’avvio dei lavori della seconda annualità è coinciso con un momento di confronto pubblico, lo scorso 7 settembre, nel corso di Macfrut, fra tutti i protagonisti del progetto e le istituzioni pubbliche togolesi.
Nettamente positiva la valutazione della Ministra Myriam Dossou-D’Almeida del Ministero Sviluppo di base, Gioventù e Impiego dei Giovani del Togo e di Anani Kodjogan Kpadenou, direttore Centrale delle Filiere Agroalimentari del Ministero dell’Agricoltura: entrambi i rappresentanti delle autorità del Paese africano hanno sottolineato non solo l’impatto nettamente positivo del progetto “Rafforzamento della filiera agro-industriale di Dolcetto: l’ananas biologico del Togo” (AICS – Progetto DOLCETTO_TOGO_AID 011984/01/1) nel breve periodo ma, soprattutto, hanno evidenziato come questa iniziativa possa “rappresentare un’eccellente base di partenza per avviare e sviluppare nuovi progetti di filiera che possano favorire la crescita del Paese e fornire un’opportunità preziosa per tanti giovani uomini e donne”.
Una valutazione e uno sguardo prospettico che confermano la bontà dell’iniziativa lanciata da Coopermondo: “Il progetto risponde al duplice obiettivo di promuovere il modello cooperativo in Togo e di raccogliere la sfida del consumo responsabile in Italia – spiega Marco Menni, presidente della ONG del Sistema Confcooperative –. Grazie alla secolare esperienza del movimento cooperativo italiano, infatti, aiutiamo le cooperative agricole togolesi a diventare una realtà più forte e coesa, capace di affrontare la sfida dei mercati internazionali e dall’altra parte facciamo leva sull’attenzione ai valori della sostenibilità di chi produce e di chi consuma”.
“Questo progetto – prosegue Giovanni Pausini, project manager per Coopermondo – ha permesso ad una singola cooperativa di giovani, piccoli produttori di ananas, per oltre 1/3 donne, seguiti passo dopo passo da Coopermondo, di essere in grado oggi di esportare in piena autonomia i propri prodotti, senza dover ricorrere a costose intermediazioni. Inoltre, grazie all’aiuto del progetto, la cooperativa è stata dotata delle certificazioni Bio e Fairtrade che le consentono di realizzare prezzi più favorevoli sul mercato e di ampliare la gamma dei prodotti esportati anche ad altre tipologie di frutti tropicali. Il Togo, infatti, presenta caratteristiche pedoclimatiche molto favorevoli a produzioni di qualità elevata ed è su questo aspetto che, a mio avviso, dovrebbero orientarsi le politiche agricole del Paese. Trattandosi di un territorio piccolo, con una superficie media per produttore molto bassa, si dovrebbe puntare ad una caratterizzazione del prodotto legata alla altissima qualità grazie alla presenza di terreni fertilissimi, di un clima ideale e di operazioni colturali quasi interamente svolte manualmente nel rispetto di usanze trasmesse da generazioni, tutti elementi garanti di un prodotto salubre e buono”.
Soddisfazione anche in casa Brio: “500 giovani avviati all’agricoltura, 1.500 agricoltori togolesi di cui un terzo donne certificati Bio e Fairtrade, 5 assunzioni in Togo, 250.000 consumatori informati nei punti vendita italiani nonostante il Covid e oltre 1.300 interviste nella grande distribuzione italiana: anche limitandosi ai numeri, non possiamo che essere soddisfatti del primo anno del progetto Ananas Dolcetto – ha commentato Andrea Bertoldi, direttore affari generali Brio SPA -. Siamo orgogliosi di esserne parte integrante: le difficoltà causate dalla pandemia non sono mancate ma questi risultati tracciano una via chiara. Nei prossimi due anni saremo impegnati a fare ancora meglio e ancora di più per valorizzare e promuovere l’Ananas Dolcetto e la sua filiera nel nostro Paese: l’obiettivo è che si consolidi un rapporto duraturo e di valore che vada ben oltre l’orizzonte temporale. Brio ha tutte le intenzioni di continuare a puntare sull’ananas Dolcetto a lungo”.
Positiva anche la valutazione emersa da Fairtrade Italia: “L’ananas Dolcetto a marchio Alce Nero nasce da un significativo connubio tra cooperazione internazionale e mondo dell’impresa a favore delle comunità agricole locali in Africa – ha commentato Thomas Zulian, direttore commerciale Fairtrade Italia. Ci fa piacere che una importante azienda come Brio abbia scelto di valorizzare ulteriormente il progetto con la certificazione Fairtrade e siamo orgogliosi di contribuire con i nostri Standard e iniziative allo sviluppo delle comunità togolesi”.
Anche Aldo Cera, referente AICS dell’iniziativa, ha sottolineato il successo del progetto e come esso sia un esempio virtuoso di partnership tra il mondo della cooperazione allo sviluppo e quello delle imprese. Collaborazione resa possibile in questo caso dall’importante strumento messo in campo dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo per promuovere il coinvolgimento diretto del settore privato nazionale nella cooperazione: il ‘Bando Profit’ per il finanziamento di “iniziative imprenditoriali innovative da realizzare nei Paesi partner di cooperazione per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile”. In questo senso, il progetto Dolcetto dimostra come si possa coniugare con successo l’aspetto profit con quello dello sviluppo del territorio locale, permettendo la realizzazione del “ruolo fondamentale del settore privato quale motore per una crescita economica sostenibile e inclusiva dei Paesi partner, ampiamente riconosciuto dall’Agenda 2030”.
Nel suo intervento, Ignace Gustave Bikoula, responsabile of EU and Regulatory Affairs di Federcasse tira le somme positive del primo anno di progetto e traccia la prospettiva che si apre in Togo grazie agli ottimi risultati di Dolcetto. Sulla scia del “modello Dolcetto” si sta infatti discutendo con i partner e le istituzioni togolesi un importante progetto per sviluppare ed integrare le catene di valore nell’agricoltura togolese per mezzo delle cooperative in altre filiere produttive del Paese. Bikoula sottolinea inoltre come l’importanza del progetto originario e delle nuove vie da esso tracciate risieda nel non limitarsi a portare crescita ma produrre sviluppo, contribuendo non solo alla riduzione della povertà ma alla diminuzione delle diseguaglianze. Questo attraverso un empowerment reale degli stessi lavoratori, dotati di strumenti di controllo sui meccanismi della filiera.
Lo sguardo è quindi proiettato verso il futuro: “Confidiamo in un’importante accelerazione delle attività promozionali in Italia – spiega Luca Zocca, marketing communication consultant di Brio -: per valorizzare al massimo l’Ananas Dolcetto serve un consumatore informato e consapevole del valore di questo frutto e dei valori che sono racchiusi in ogni morso. L’interesse riscontrato fin qui è stato notevole, nonostante la difficile situazione globale, e confido che nei mesi a venire il progetto decollerà verso i numeri attesi. Sono molte le iniziative pianificate, fra cui l’ipotesi sempre più vicina di proporre questo frutto unico anche a marca privata per alcune delle principali catene della Grande Distribuzione nazionale. La strada è tracciata e penso che, nel solco di Ananas Dolcetto, potranno nascere nuovi progetti virtuosi per la valorizzazione di nuove filiere d’eccellenza provenienti da un Paese ricco di opportunità come il Togo. Opportunità che la popolazione locale sta imparando a riconoscere, ad affrontare e a cogliere per costruire un futuro sempre migliore”.
Fonte: Ufficio stampa Brio