Blocco autotrasporti. In Sicilia primo utilizzo di mezzi elettrici

blocco tir

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La sperimentazione del trasporto sostenibile con un furgone elettrico dei prodotti agricoli bio è diventata realtà in Sicilia.  Il progetto INTERREG EnerNETmob, a cui da gennaio partecipano la Rete Fattorie Sociali Sicilia – BioAS e l’Università di Palermo collega infatti Acireale e Troina, tra le province di Catania ed Enna.

Gli agrumi bio della cooperativa Agrinova Bio 2000 di Acireale possono essere così serviti, in modo assolutamente sostenibile, ai pazienti ricoverati presso l’istituto IRCCS Oasi di Troina. L’operazione, di elevato significato sociale, è andata in porto grazie alle operatrici della cooperativa sociale Energ-etica e alla società agricola Agrima, con l’amministratore unico di Oasi e di Agrima Giuseppe Ferrarello.

Se questa è ancora un’iniziativa estremamente di nicchia dal punto di vista trasportistico, è altrettanto vero  che avendo ancora alle spalle il recentissimo blocco degli autotrasportatori l’economia agricola di un vastissimo comprensorio, dove la produzione bio è particolarmente attiva, è quantomeno in salita.

Il blocco non è stato senza conseguenze. Ad esserne certi sono gli agricoltori biologi di Agrinova Bio 2000: “Pur condividendo le preoccupazioni e le ragioni degli autotrasportatori, strozzati come noi dal caro energia, per il futuro dobbiamo evitare che al danno dell’aumento spropositato delle tariffe energetiche si aggiunga la beffa della perdita di ingenti quantitativi di frutta e verdura già pronta per essere immessa sui mercati italiani ed esteri. Riteniamo che la risposta all’aumento dei costi per il trasporto e per la produzione non è il blocco totale dell’economia che rischia più pericolosamente di affossare l’intero comparto agricolo siciliano a tutto vantaggio dei nostri competitor italiani ed europei. Per questo motivo avevamo chiesto un gesto di buonsenso agli autotrasportatori e ci siamo cimentati in una mediazione che portasse allo sblocco della situazione in tempi brevi. Non potevamo permetterci di far marcire tonnellate di merce coltivata a costo di grandi sacrifici perché non possiamo sostenere altri costi che darebbero un colpo mortale alle aziende agricole siciliane, biologico compreso”.

In Basilicata, nei giorni del blocco le cose non andavano meglio: era già scattato l’allarme per le consegne di fragole e altre colture di pregio del Metapontino. A preoccupare erano i prodotti agroalimentari deperibili contenuti nei camion, fermi da giorni su statali e autostrade italiane e quelli presenti nei magazzini.

Rientrato l’allarme, le criticità non sembrano svanire, però. In Sicilia si chiede la convocazione di un tavolo tecnico per fare fronte comune ai danni alla filiera agrumicola e pianificare interventi nel medio-lungo periodo. Meno stringenti si fanno le richieste in Basilicata dove il governo regionale è alle prese con una misura di sostegno al credito che possa agevolare i giovani imprenditori agricoli che abbiamo dimostrato di avere un progetto di impresa concepita secondo gli standard dell’agricoltura biologica.

Maria Ida Settembrino

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