Si avvicina la Festa del Bio, iniziativa promossa da FederBio per parlare a cittadini del valore del biologico. “Il 9 marzo a Milano si rinnova un appuntamento per noi ormai molto importante – afferma Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio – perché l’obiettivo della crescita della produzione biologica deve andare di pari passo con quella dei consumi. Per questo bisogna comunicare ai cittadini i valori del biologico, far capire che il biologico è una scelta per la propria salute, ma anche per la salute dell’ambiente, per la tutela della biodiversità, per il contrasto al cambiamento climatico. Lo faremo durante la Festa del Bio, attraverso degli approfondimenti, ma anche momenti dedicati alla famiglie: degustazioni, showcooking, giochi per i bambini. Non a caso, questa è una Festa”.
La data, poi, il giorno dopo la Giornata Internazionale della Donna, porta a una particolare focalizzazione sul ruolo che le donne giocano nella filiera del biologico. “Oltre a me – sottolinea Mammuccini – sono molte le donne ai vertici del biologico: Nicoletta Maffini è presidente di AssoBio e dirige una importante azienda, Maria Letizia Gardoni è presidente di Coldiretti Bio, Barbara Nappini è presidente di Slow Food. Ci sono poi numerose ricercatrici di valore che si occupano di questo tema, come Fiorella Belpoggi e Renata Alleva”.
Tutte queste donne saranno protagoniste della conferenza stampa di apertura della Festa del Bio. “Vogliamo evidenziare – spiega – come l’approccio alla cura proprio delle donne si estende anche al pianeta, alla natura. Inoltre nel biologico c’è un livello di creatività e di innovazione che lo rendono molto attrattivo per le donne e anche per i giovani”.
La Festa del Bio sarà anche l’occasione per discutere i temi caldi del momento, in primis quello del prezzo giusto. “Questo argomento – sottolinea – non è importante solo per noi, come testimoniano le recenti proteste, ma anche per il mondo del convenzionale. La questione non è frutto delle politiche del Green Deal, ma di quelle precedenti, che hanno premiato un modello intensivo volto a produrre di più, non a salvaguardare il reddito degli agricoltori. Bisogna creare una nuova alleanza con i cittadini, per avere un prezzo che sia giusto per i produttori, ma anche per le famiglie”.
Per questo FederBio porta avanti un progetto per definire, con il supporto di Ismea, i costi di produzione dei prodotti convenzionali e biologici e su quella base stabilire le regole per evitare le vendite sottocosto e, nel frattempo, rendere trasparente quello che avviene nella filiera. “Questo aspetto – rimarca – è essenziale se si vuole costruire un patto con il cittadino. Sempre nell’ottica della costruzione di un prezzo giusto, stiamo lavorando a livello di politiche fiscali per chiedere la riduzione dell’IVA ai livelli minimi per il biologico e l’introduzione delle agevolazioni della fiscalità ambientale, come il riconoscimento del credito di imposta per le certificazioni”.
Tra gli altri temi affrontati il 9 marzo, le iniziative dei Comuni per ridurre l’uso dei pesticidi nel verde urbano e promuovere il biologico nelle mense mentre biologiche, il confronto con associazioni ambientaliste e produttori per parlare di biodiversità e della sua funzione positiva in agricoltura biologica.
Elena Consonni