Individuare nuovi percorsi e nuove tecniche agronomiche green per ridurre del 50% l’impiego dei pesticidi in frutticoltura, nel segno degli obiettivi della strategia “Farm to Fork” (F2F), pilastro del Green Deal Europeo per rendere sostenibile il sistema agroalimentare. È questo l’obiettivo del progetto “SPOTS – Sviluppo di tecniche sostenibili per la gestione delle infestanti e la difesa fitosanitaria in frutticoltura”, che da gennaio 2023 vede impegnate Ri.Nova, Apofruit e altre cinque realtà del territorio regionale (Astra Innovazione e Sviluppo, Comunità Martamaria, Consorzio Agrario di Ravenna, Dinamica, Società Agricola Felloni) nello studio di soluzioni innovative di carattere naturale e alternative a quelle chimiche per proteggere le produzioni agricole da funghi, patologie e insetti nocivi. Un problema, quello della proliferazione di queste avversità, aggravato dal cambiamento climatico che affligge il nostro pianeta, con pesanti conseguenze su tutta l’agricoltura.
“Se l’obiettivo fissato dall’agenda 2030 e dalla strategia Farm to Fork è chiaro, è altresì vero che dobbiamo definire un percorso che renda fattibile e sostenibile il raggiungimento di tale obiettivo – spiega Maria Grazia Tommasini, responsabile produzioni integrate e biologiche di Ri.Nova -. Tutte le azioni delineate nel progetto SPOTS sono propedeutiche a raggiungere questo scopo, in coerenza con le priorità del Focus Area 4B, di cui fa parte il progetto. Si tratta di un progetto che si muove lungo diverse direttrici di analisi e ricerca: in collaborazione con i nostri partner stiamo ampliando le nostre conoscenze sulla biologia ed etologia di alcuni fitofagi che attaccano piante e alberi da frutta, su nuove tecniche di monitoraggio, sui profili di efficienza di sostanze attive naturali o di mezzi strumentali e tecniche agronomiche alternative a quelle chimiche, esaminando al tempo stesso la sostenibilità economica delle alternative proposte”.
Gli obiettivi e i primi risultati
La frutticoltura dell’Emilia Romagna, già di per sé caratterizzata da elevati livelli di specializzazione, da anni è sottoposta a una pressione ambientale legata ai cambiamenti climatici, spesso sottovalutata, che interagisce strettamente con l’ecologia e con il comportamento di parassiti e agenti patogeni. L’utilizzo di pesticidi chimici risulta dunque una soluzione innegabile a diverse criticità che affliggono i produttori ma d’altra parte rappresenta un potenziale rischio che contribuisce all’inquinamento del suolo, dell’acqua, dell’aria e della frutta stessa. Fornire ai produttori gli strumenti necessari per ridurre il rischio connesso all’impiego di fitofarmaci è l’obiettivo finale di SPOTS. Un obiettivo che Ri.Nova e i partner di progetto perseguono attraverso una serie di azioni specifiche.
“Stiamo lavorando su tantissimi fronti – prosegue Tommasini -. Per quanto concerne gli insetti infestanti abbiamo studiato la biologia della Contarinia pruniflorum (cecidomia dell’albicocco) e della Forficula auricularia che sta infestando diverse drupacee, al fine di individuare il timing ottimale di applicazione degli insetticidi e valutare eventuali alternative naturali a tali trattamenti. Lo stesso abbiamo fatto per gli afidi del melo e gli afidi verdi del pesco: definire una strategia efficace con una sola applicazione del prodotto di sintesi, seguita o preceduta da una o più applicazioni con prodotti meno impattanti, sarebbe un buon risultato. Infine stiamo valutando l’utilizzo in campo di trappole innovative per il monitoraggio da remoto dei tortricidi, con l’utilizzo di fotocamere, dispositivi per l’invio delle immagini e algoritmi che consentirebbero di identificare e prevenire eventuali avversità. L’uso diffuso sul territorio di questa strumentazione digitale potrebbe permettere di creare una rete condivisa di monitoraggio on-line, consultabile in tempo reale, che affiancherebbe gli strumenti già a disposizione dei frutticoltori per la difesa dagli insetti fitofagi”.
Ma SPOTS non ferma qui. Anzi. Tra gli obiettivi c’è anche quello di individuare una strategia efficiente per far fronte al problema del marciume bruno causato da agenti patogeni riconducibili al genere Monilinia (funghi appartenenti agli Ascomiceti che comprendono diverse specie parassite delle drupacee come ad esempio pesco, nettarine e albicocco) e del giallume europeo delle drupacee (pesche, nettarine, albicocche e susine, ad esempio), nonché la valutazione di varie macchine per il controllo della flora infestante alla base dei frutteti senza far uso di erbicidi chimici. “Ad oggi alcuni risultati emersi dalle analisi sono confortanti, altri meno, ma nel campo della ricerca è normale: ogni evidenza serve a fare un passo avanti verso l’obiettivo prefissato – sottolinea Tommasini -. In relazione alle infestazioni da Myzus persicae su pesco, ad esempio, nelle prove con l’impiego di composti naturali o di elicitori (sostanze che aumentano le difese della pianta) abbiamo riscontrato una riduzione significativa del numero medio di afidi in tutti i campionamenti. Inoltre, si è assistito al rallentamento dello sviluppo degli stadi giovanili e alla riduzione della sopravvivenza degli adulti. Mentre per quanto concerne la Forficula auricolaria alcune sostanze sono risultate buoni attrattivi nei confronti
L’iniziativa è realizzata nell’ambito del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 – Tipo di operazione: Gruppi operativi del partenariato europeo per l’innovazione: “produttività e sostenibilità dell’agricoltura” – Focus Area 4B – Progetto “SPOTS – SviluPpo di tecniche sostenibili per la gestiOne delle infestanti e la difesa fiToSanitaria in frutticoltura”.
Ufficio stampa Ri.Nova