Noto imprenditore triestino, rampollo della storica famiglia di imprenditori legati al business del caffé, Andrea Illy è presidente di illycaffè S.p.A. In una recente intervista al Corriere della Sera, Illy ha spiegato cosa lo ha spinto a concedersi un intero anno sabbatico e le sue riflessioni dopo le ore passate a studiare l’ambiente e il problema del surriscaldamento globale.
Cosa ha capito? Che l’agricoltura rigenerativa e un cambio radicale nei consumi possono salvarci dagli errori che ci hanno portati sull’orlo della eco-catastrofe planetaria.
In questo senso il bio è la leva strategica su cui puntare. “Per fortuna il successo del bio a livello mondiale ha fatto sì che i consumatori acquisissero la percezione che i cibi coltivati in modo sostenibile per l’ambiente siano anche più sostenibili per la salute“, ha dichiarato nell’intervista.
“È questo l’oggetto del mio studio: ho preso un anno sabbatico per approfondire questo tema. Ha senso, infatti, pensare che un prodotto naturale sia migliore per la salute, anzitutto perché oggi sappiamo che tanti disturbi derivano dall’assunzione di residui agrochimici ingeriti attraverso il cibo”.
Tra i numerosi progetti di ONG e aziende private che si inquadrano nella virtuous agricolture c’è anchequello portato avanti dalla Regenerative Society Foundation in Kenya, che Andrea Illy ha creato nel 2020 (insieme ad altri imprenditori come Maria Paola Chiesi e Davide Bollati): si tratta di un piano per gli “Ecosistemi sostenibili di comunità connesse e prospere”. Di fatto la Regenerative Society Foundation promuove un nuovo modello socio-economico, rigenerativo e circolare, che possa sostituirsi a quello attuale, estrattivo e lineare, che corrode le risorse naturali, consumando suolo, acqua ed aria senza speranza di ricostituire l’ambiente originario.
