L’intera Val di Gresta è in piena raccolta in questi giorni e i produttori esprimono soddisfazione per la pezzatura delle patate. Hanno una grandezza non scontata nella coltivazione a metodo biologico. “É anche fortuna”, dicono, in modo modesto, alcuni. In realtà serve tanta esperienza e fatica. Le prime valutazioni, quest’anno, sono di buona qualità e di quantità soddisfacente.
L’influsso del Lago di Garda permette qui di coltivare bel oltre i 1000 metri. Quote, sottolinea Umberto Meggiorin, direttore del Consorzio val di Gresta, che favoriscono il biologico: “La produzione del consorzio è per l’80% biologica e va prevalentemente nei mercati che trattano il biologico”.
Si vende in tutta l’alta Italia e, all’estero, in Slovenia. E sui prezzi, in ascesa negli ortaggi in tutta Italia, il direttore non si nasconde: “Anche qui quest’anno il prezzo della patata ha avuto un leggero ritocco verso l’alto, dovuto alla mancanza di prodotto. Qui in consorzio la vendiamo a 10 centesimi in più dell’anno scorso”.
I 100 soci conferiscono circa 6.000 quintali di patate all’anno. Per Wanda Rosà – presidente del consorzio – potrebbero essere di più: “Avremmo spazio anche per l’ingresso di nuovi giovani per la coltivazione qui in Val di Gresta. Purtroppo negli ultimi anni abbiamo perso circa 20-25 ettari coltivati”.
Qui a Ronzo Chienis, come in altri paesi del Trentino, le famiglie vengono identificate con soprannomi. Questo campo era dei Barbasimoni. Con appezzamenti di terra così piccoli, caratteristica del resto di tutta la valle i margini di guadagno sono risicati. E per affrontare la tanta fatica serve altrettanta passione.
Fonte: RaiNews