Arriva la prima certificazione di gruppo in UE per i pascoli nell’Altopiano di Asiago. Soddisfazione di AIAB

altopiano di Asiago

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4.800 ettari di pascolo certificati. È il primo caso in Europa e riguarda l’Altopiano dei Sette Comuni di Asiago. Una certificazione biologica di gruppo dei pascoli montani. Un modo per valorizzare il patrimonio a livello naturale e turistico.
La certificazione riguarderà l’area dove sorgono le 76 malghe di proprietà pubblica e alcuni pascoli privati. Una misura di grande efficacia per la salvaguardia della fertilità e per la tutela della biodiversità. Ci sarà anche la possibilità di estendere questo sistema ad altre colture certificando altri 4.800 ettari di prati. Un esempio unico in Italia e in Europa di territorio biologico.

Il commento di Giuseppe Romano, presidente di AIAB

“Abbiamo accolto con grande soddisfazione la notizia della certificazione biologica di gruppo dell’Altopiano dei Sette Comuni di Asiago, la prima di questo tipo in Europa. Si tratta di un’altra suggestione di AIAB, dopo quella dei biodistretti, che diventa realtà, poiché da oltre quindici anni abbiamo iniziato a parlare di certificazione di gruppo, con le prime sperimentazioni nel 2009, e siamo quindi contenti di vederla finalmente applicata in un contesto importante, dopo che è stata normata dal Regolamento Comunitario”. È quanto dichiara Giuseppe Romano, presidente dell’Associazione Italiana di Agricoltura Biologica (AIAB).

I percorsi di certificazione di gruppo – prosegue Romano – consentono l’aumento dell’agricoltura biologica certificata soprattutto nelle aree cosiddette marginali, perché sono strumenti concreti di lavoro, sicuramente migliorabili sotto diversi punti di vista, ma che di fatto già aiutano i territori a crescere, soprattutto quando si parla di piccole realtà, che altrimenti non avrebbero modo di sostenere la burocrazia e i costi di certificazione”.

“Parliamo quindi – conclude Romano – di strumenti per la gestione corretta delle aree marginali, in cui il bio è la chiave di volta di un sistema agro-silvo-pastorale che può portare alla valorizzazione delle zone montane e dei loro prodotti e al ripopolamento delle aree rurali e allo sviluppo di economie locali”.

Fonte: Ufficio Stampa AIAB

 

 

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