Germinal Bio: affissioni per comunicare in prossimità dei luoghi di acquisto

Antonio Calapà, responsabile vendite Germinal Bio;

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In un settore che a volta fatica a comunicare con efficacia, ci sono aziende che investono per far conoscere il proprio marchio. È il caso di Germinal Bio, specialista nella produzione di referenze a base di ingredienti biologici di origine vegetale, che ha recentemente lanciato una nuova campagna affissioni dal titolo Biologico buono per tutti. 

“La campagna – spiega  Antonio Calapà, responsabile vendite Germinal Bio (nella foto di apertura) – ideata e pianificata internamente, ha previsto, nel corso del mese di maggio, una diffusione concentrata sul nord-est del Paese con 2.000 impianti di arredo urbano ben visibili al traffico, sia pedonale sia veicolare. Abbiamo scelto il mezzo affissione perché ci consente una presenza capillare e ben visibile sul territorio, in particolare nelle aree a forte penetrazione del brand e in prossimità della GDO, dove avviene il contatto diretto con il prodotto. È una leva strategica che amplifica la sinergia con la distribuzione e ci permette di presidiare i territori chiave in modo efficace. Una seconda fase è prevista per ottobre, con focus sull’Emilia-Romagna”.

Le affissioni non sono l’unico media utilizzato dall’azienda. “Utilizziamo anche i social media – prosegue Calapà – ampliando la nostra presenza e raggiungendo un pubblico più ampio in modo diretto e coinvolgente. I valori centrali che vogliamo trasmettere sono la sostenibilità ambientale, attraverso azioni concrete come la riduzione degli imballi e il passaggio da plastica a carta, la bontà dei nostri prodotti e la qualità, da sempre pilastri del nostro approccio al biologico”.

Calapà esprime il suo punto di vista sui motivi che limitano l’accesso delle aziende del bio alla comunicazione. “Le aziende – sostiene – spesso medio-piccole, si scontrano con limiti strutturali: budget ridotti, risorse interne limitate e difficoltà a competere, in termini di visibilità, con marchi convenzionali supportati da investimenti più consistenti. Serve un maggiore supporto istituzionale, ma anche un salto culturale: il biologico non deve più essere raccontato come “alternativa”, ma come scelta evoluta, concreta e necessaria”.

Elena Consonni

Notizie da GreenPlanet

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