A BOLOGNA LA SORPRESA DI UNA BELLA FIERA

Antonio Felice

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Davvero una sorpresa Slow Wine. Solo tre edizioni e una crescita esponenziale. Tre padiglioni di BolognaFiere hanno vissuto tre giorni vivaci, persino entusiasmanti, con i vini bio e biodinamici protagonisti. Vinitaly avrà del filo da torcere per recuperare sullo stesso terreno. Slow Wine si è costruito in tre anni la reputazione di casa dei vini naturali, di incontro di un mondo enologico alternativo che si presenta anche al grande pubblico come una opzione curiosa, interessante, percorribile.

Vini buoni, freschi, nuovi, in grado di competere, almeno fino ad un certo punto, ma in misura solo fino a qualche anni fa impensabile, con le etichette, anche le più blasonate, della tradizione. Funziona la formula “light” di Slow Wine: niente stand appariscenti, mille cantine tutte  sullo stesso piano, suddivise in isole regionali facilmente identificabili, con un solo elemento, quello più importante, che le differenzia: il vino.

Il successo di Slow Wine ha fatto venire in mente ai vertici di BolognaFiere la bella idea di far correre insieme Slow Wine e SANA nel 2025, come a certificare che il SANA non ce la fa proprio più a correre da solo. Sono anni che la fiera italiana del biologico fatica a stare in piedi. Farà bene Slow Wine al SANA o sarà il SANA a far male a Slow Wine? Sono due fiere così diverse nella loro formula che si fa molta fatica a pensare che possano giovarsi una dell’altra. Slow Wine è un vivace luogo di scambi, ciò che il SANA non è più da molto anni. Staremo a vedere.

Uno degli elementi emersi in questa bella fiera bolognese di fine febbraio, forte questa volta anche di una non trascurabile presenza internazionale, è stata la crescita dei vini biodinamici, alla faccia della caccia alle streghe, di solo qualche anno fa, contro il biodinamico, tacciato appunto o addirittura di “stregoneria”. Si tratta certo di un metodo curioso, che non permette grandi rese ma che persegue al massimo grado il rispetto dell’ambiente e di madre natura partendo dalla tutela della fertilità del suolo, valori molto vicini alla sensibilità di oggi. La sorpresa nella sorpresa è che questi vini sono sempre più buoni, freschi e vivaci e quindi in grado di svolgere un loro ruolo, per quanto di nicchia, anche a livello commerciale.

Assistere alla Demeter Arena alle presentazioni di storie aziendali e di percorsi imprenditoriali ispirati all’agricoltura biodinamica è stata davvero un’esperienza interessante e affascinante. Queste storie e questi percorsi recitano la loro parte nella sempre più importante sinfonia di questo mondo così ben rappresentato a Slow Wine 2024. 
Antonio Felice

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