Mancano pochi giorni al via della 17a Conferenza ONU sul cambiamento climatico, che si terrà a Durban, in Sudafrica, da lunedì prossimo, 28 novembre, fino al 9 dicembre.
Un appuntamento delicato, dopo l’ultimo appuntamento di Cancun, nel dicembre 2010, dove si riuscì a rimettere in piedi un negoziato in crisi, ma a spese di un accordo concreto ed operativo sulla lotta al cambiamento climatico.
Il momento è drammatico sia per la situazione economico-finanziaria, che sta condizionando la vita delle persone, ma anche per l’impatto delle attività umane sul pianeta, se pensiamo che a livello globale le emissioni sono aumentate nel 2010 di un 6% rispetto al 2009, superando le peggiori previsioni della comunità scientifica internazionale. Un impatto già tangibile, e che ha visto un incremento degli eventi meteorologici estremi che hanno toccato la cifra di 14mila in tutto il mondo tra il 1990 ed il 2009 e che, anche nel nostro Paese, stanno lasciando il segno, basti pensare alle alluvioni recenti in Liguria ed in Sicilia.
Un accordo vincolante, che rilanci Kyoto aggiornato ai dati che provengono dall’IPCC, il Panel internazionale di scienziati sul clima, e che stanzi da subito le cifre necessarie per adattamento al cambiamento climatico e mitigazione delle emissioni, per evitare di superare il punto di non ritorno.
E’ quello che chiedono l’organizzazione dell’economia solidale Fair, Legambiente, Altreconomia Arci e CGIL presenti a Durban per monitorare i negoziati, mobilitandosi a fianco delle reti internazionali. Altreconomia, in collaborazione con ReteClima, Equomercato, LiberoMondo, Palm e Fair, ha deciso di aprire una finestra quotidiana sui negoziati sul clima di Durban.
Il blog Ri(e)voluzione (www.altreconomia.it/clima) sarà un filo diretto con la delegazione italiana a Durban con l’obiettivo di mantenere accesa l’attenzione su un vertice che dovrebbe porre le basi del cambiamento di rotta necessario.
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