Rapporto “Bio in cifre 2025”: superfici, operatori e consumi in crescita

ISMEA

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Il biologico in Italia continua a rappresentare una componente strategica dell’agroalimentare nazionale, confermandosi un settore in costante evoluzione grazie alla crescente domanda interna, alla capacità degli operatori di affrontare sfide legate alla sostenibilità e all’innovazione, e al sostegno delle politiche nazionali ed europee. Il Rapporto “Bio in cifre” 2025, giunto alla sua ventunesima edizione, fotografa lo stato del comparto nel 2024, evidenziandone la crescita strutturale, il rafforzamento della filiera e l’impatto positivo sui consumi e sul mercato.

Superfici e allevamenti

La superficie agricola biologica italiana ha superato i 2,5 milioni di ettari (+2,4% rispetto al 2023), pari al 20,2% della SAU nazionale. L’incremento maggiore ha interessato prati e pascoli (+8,2%), con crescite anche delle colture permanenti (+1,9%), mentre i seminativi (-2%) e le colture ortive (-5,1%) hanno registrato una flessione. La SAU biologica è composta per il 40% da seminativi, 31% da prati e pascoli, 22,7% da colture permanenti e 2,3% da ortaggi.

Il Mezzogiorno concentra il 58% della SAU biologica nazionale, il Centro il 23% e il Nord il 19%. Tuttavia, la crescita più rapida nel 2024 si è registrata al Nord (+8,4%) rispetto al Meridione (+3,5%). Il 38,1% della SAU bio è concentrato in Sicilia, Puglia e Toscana, e le prime dieci regioni detengono l’83,4%.

Nel comparto zootecnico, il numero di capi biologici è aumentato per quasi tutte le categorie, con valori rilevanti per caprini (11,5%), ovini (10,5%) e bovini (9,1%). L’avicolo ha subito un ridimensionamento, mentre le arnie rimangono stabili.

Operatori

Nel 2024 gli operatori biologici hanno raggiunto quota 97.160 unità (+2,9% sul 2023). La crescita maggiore riguarda i produttori esclusivi (+3,8%) e, in misura minore, i produttori che effettuano anche attività di preparazione (+1,2%), mentre i preparatori esclusivi calano. Quasi il 90% degli operatori è rappresentato da aziende agricole. La crescita regionale degli operatori è più forte nel Mezzogiorno (+6,4%), più contenuta al Centro (+0,9%) e in calo al Nord (-3,7%).

Consumi e prezzi

La spesa domestica per prodotti biologici ha raggiunto i 3,96 miliardi di euro (+2,9%), con volumi in aumento del 4,3%. L’incidenza del biologico sulla spesa agroalimentare complessiva è del 3,6%. I supermercati restano il principale canale di acquisto (quasi 1,5 miliardi di euro), seguiti da ipermercati (+4,1%) e discount (+10,2%). Gli aumenti più marcati riguardano oli e grassi vegetali (+31,8%), uova (+10,4%) e miele (+5%), mentre salumi (-19,1%) e carni (-3,5%) registrano cali. I prezzi bio rispetto ai convenzionali mostrano variazioni contenute, con differenziali in aumento per ortofrutta, pasta e riso, e in diminuzione per olio EVO e latte.

Importazioni

Le importazioni da Paesi terzi sono aumentate del 7%, trainate da frutta (+20%) e prodotti trasformati (+38%). I principali fornitori sono Turchia (17,3%), Pakistan (9,5%) ed Ecuador (9,3%), con prodotti come grano duro, riso e banane.

Sostegno e politiche

Il settore è supportato da finanziamenti e incentivi nazionali e comunitari, tra cui il Fondo mense scolastiche biologiche (5 milioni di euro) e l’intervento SRA29 per la produzione biologica (2 miliardi di euro). Dal 2025 è stata abolita l’obbligatorietà dei Programmi Annuali di Produzione (PAP) per semplificare gli adempimenti, mentre il SINAB garantirà la continuità della raccolta dati anche in relazione al Regolamento UE 2022/2379.

Fonte: ISMEA

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