De Noia (Anabio-Cia): Il Marchio del Bio Italiano è solo l’inizio, serve un patto etico con il consumatore

giuseppe de noia

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L’imminente arrivo del Marchio del Biologico Italiano, la promozione di una filiera di vendita sempre più corta e la diffusione del cibo biologico nelle mense di scuole e ospedali sono le tre direttrici su cui è improntata la strategia di crescita e sviluppo dei prodotti bio messa in campo da Anabio-Cia che al Vinitaly 2025 ha tra l’altro ripresentato – in veste potenziata e con momenti di approfondimento convegnistico – il format dell’ “Enoteca Bio” sperimentato due anni fa sempre a VeronaFiere e proposto anche al Sana di Bologna.

L’Enoteca Bio allestita al Vinitaly è stata una mostra-vetrina molto assortita del vino biologico. Erano presenti presenti 13 aziende provenienti da nove Regioni d’Italia, per complessive 50 tipologie di vini e 20 vitigni protagonisti. “Il consumatore cerca punti fermi di offerta del prodotto biologico, ce ne siamo resi conto dall’apprezzamento delle precedenti esperienze dell’Enoteca Bio – ha detto a GreenPlanet Giuseppe De Noia, presidente dell’Associazione che promuove il biologico all’interno di Cia-Agricoltori Italiani – Quindi abbiamo fatto in modo che anche nel Vinitaly 2025 ci fosse questa opportunità per i consumatori, in un momento, peraltro, in cui il consumo del vino, dopo un momento di arresto dovuto alle paure e incertezze determinate dall’introduzione del Nuovo Codice della Strada, ha ripreso smalto. Stanno andando bene soprattutto i bianchi, i rosati e c’è un crescente apprezzamento per gli orange wines.

– Il vino bio sta crescendo nell’apprezzamento rispetto al convenzionale?

“Sì, c’è un consumo sempre più importante di vini biologici. Va detto che sta crescendo in generale l’interesse verso i prodotti bio, in quanto il consumatore cerca produzioni sane e garantite ed è disposto anche a spendere qualcosa in più, comprendendo anche che il biologico è importante ai fini della salvaguardia e della tutela dell’ambiente”.

– Però gli attori della filiera bio lamentano ancora poca conoscenza delle caratteristiche e dei valori del bio presso il consumatore…

“Noi contiamo molto su quel Marchio del Biologico Italiano che il sottosegretario del MASAF Luigi D’Eramo ha annunciato in arrivo prima dell’estate (vedi news) , sarà una carta d’identità importante accanto alla certificazione”.

– Basterà per dare spinta ai consumi bio?

No, per questo come Anabio promuoviamo un patto etico-sociale con il consumatore per azzerare i passaggi intermedi nel processo di acquisto e chiediamo di effettuarlo direttamente in azienda. E poi siamo in contatto con il Ministero della Salute e quello dell’Agricoltura per promuovere il cibo biologico nelle mense pubbliche”.

Cristina Latessa

Notizie da GreenPlanet

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