L’uva pugliese regina di sostenibilità. Parola dell’assessore di Noicàttaro Fraschini

Fraschini

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Per quanto riguarda l’aspetto fitosanitario sostenibile in Puglia tutto il settore dell’uva da tavola ha fatto grandi passi in avanti, sulla qualità e sul numero dei principi attivi sul prodotto finale”. In occasione della manifestazione “Regina di Puglia” organizzata dal Comune di Noicàttaro, l’assessore all’agricoltura e ambiente, Vito Fraschini, ha fatto il punto davanti ai giornalisti e buyer, portati in visita nei vigneti dell’azienda 2Erre di Polignano a Mare, sulle pratiche sostenibili messe in campo dai produttori regionali dell’uva da tavola. “In Puglia viene utilizzato un disciplinare regionale che è molto più restrittivo di quello europeo – ha osservato Fraschini, che è anche agronomo – Non solo, le aziende strutturate, come la 2Erre o come tutte le aziende che lavorano con la Gdo a livello europeo, cercano sempre di ridurre l’utilizzo di fitofarmaci chimici utilizzando i sistemi biotecnologici di difesa”. Indicando un confusore sessuale appeso a un filare, Fraschini ha spiegato ai giornalisti e buyer di tutto il mondo radunati dall’evento “Regina di Puglia” che “Questa che sembra una piccola scatoletta, è in realtà un confusore sessuale per la tignoletta della vite. Emana ferormone femminile. Questo porta a confondere l’esemplare maschile che non riesce più a intercettare la traccia utile e la fecondazione viene così impedita. Non sviluppandosi la larva, i grappoli sono salvi. Questo sistema biologico ha eliminato i trattamenti chimici contro la tignoletta”. “Assieme a queste tecniche – ha proseguito l’assessore -, vengono utilizzati tanti altri trattamenti a base di microorganismi vivi, o comunque molecole di origine naturale, per controllare le varie patologie dell’uva. Il tutto rientra nel cosiddetto protocollo di protezione integrata per tutte le produzioni di aziende strutturate, anche se al momento l’orientamento di tutti i produttori, dal più piccolo al più grande, è l’utilizzo di queste tecniche”.

“Quest’anno – ha aggiunto Fraschini – uno dei problemi principali, legato anche al cambiamento climatico, è la comparsa in vigneto della mosca mediterranea della frutta. Per questa ragione, invece di intervenire con prodotto chimico, le aziende utilizzano trappole a cattura che monitorano la presenza dell’insetto nel vigneto. Una volta verificata la presenza dell’insetto, si procede con il trattamento”. Indicando i teli di copertura del sistema di allevamento a tendone delle viti, l’assessore Fraschini ha poi sottolineato che “ I teli in plastica sono cento per cento riciclabili, la plastica svolge la funzione di anticipare la raccolta e protegge anche il grappolo dalla pioggia. Insieme al telo, è presente la rete per la protezione dalla grandine, questo porta da avere un prodotto che esteticamente non subisce i danni dovuti anche ai raggi solari e il prodotto si presenta con un colore uniforme”.

L’assessore Fraschini si è poi soffermato sull’aspetto della crisi idrica, sottolineando innanzitutto che “In Puglia non ci sono per fortuna i problemi della Sicilia”. “L’acqua nei vigneti – ha aggiunto – viene presa dai pozzi artesiani che vanno in profondità variabili in base alla distanza dal mare. Negli ultimi anni, con il cambiamento climatico, in molti pozzi vicino al mare si è abbassata la falda dell’acqua dolce, facendo entrare l’acqua di mare e in questo caso, con l’acqua non più adatta all’agricoltura, i pozzi vengano disattivati”. “Allora – ha concluso Fraschini – è successo che le aziende vanno più all’interno per realizzare i pozzi, e aumenta la lunghezza delle tubazioni per portare l’acqua, certe volte le condotte arrivano anche a venti chilometri!”.

Cristina Latessa
Corriere Ortofrutticolo

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