Non c’è un dato certo sulla produzione di vino biologico in Italia. Quello che si sa è che le superfici a vite coltivate con metodi bio sono in continua crescita nel nostro Paese e hanno superato i 52 mila ettari, circa l’8 per cento del totale della superficie a vite: una cifra molto importante e che fa prevedere che in pochi anni i vini biologici saranno protagonisti. ‘Il fenomeno del forte interesse del settore enologico verso il bio è assolutamente recente – afferma Fabrizio Piva, amministratore delegato del CCPB, che abbiamo intervistato a VinItaly – ed è destinato a crescere sull’onda del Regolamento europeo 203/2012 che ha disciplinato per la prima volta la materia, dando riconoscibilità alla produzione biologica. Anche qui a VinItaly si avverte la decisa evoluzione del vino biologico verso l’apprezzamento da parte del mercato’.
‘E tuttavia – prosegue Piva – bisogna fare attenzione che in questo entusiasmo per tutto ciò che è naturale non si consumi la cannibalizzazione del vino bio da parte del cosiddetto vino naturale, un concetto assolutamente generico, poiché tutto il vino dovrebbe essere naturale. Il fatto è che vi è sempre qualcuno più realista del re, disposto a cavalcare una tendenza per ricavarne una moda a suo uso e consumo.
Mi riferisco, per esempio, alla proposta di Oscar Farinetti sul ‘vino libero’. Per carità, uno può creare un’immagine, dare un’etichetta suggestiva anche a questo ma, sia chiaro, ‘vino libero’ non vuole dire niente. Il vino, tutto il vino, deve essere figlio della natura, ovvero naturale. Biologico significa una disciplina, una regola, comune a tutti i 27 Paesi dell’Unione Europea, che è garanzia per il consumatore e che stabilisce appunto i parametri minimi per poter definire un vino come vino biologico. E’ grazie a queste garanzie che oggi ci sono forti richieste di vino biologico all’estero.
Bisogna anche aggiungere che l’affinamento della produzione bio ha saputo vincere, negli ultimi tre anni, molte perplessità del passato, soprattutto tra il pubblico dei consumatori più attenti a bere un vino di buona qualità enologica. Questo cambio di atteggiamento lo si vede chiaramente anche al VinItaly di quest’anno, in termini di interesse crescente. In definitiva, lo spazio di crescita del vino bio è enorme. Il mercato preme. E questo anche in assenza di programmi di assistenza e sviluppo poiché, purtroppo, manca del tutto nel nostro Paese una politica pro-attiva per il settore’.
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