“La natura è l’essenza di tutto. Tutti i nostri vino sono nati dalla profonda relazione tra uomo e natura. La protezione del territorio e la sua conservazione sono le basi del nostro lavoro”. Parola di Marilina Paternò, seconda generazione della Cantina Marilina, azienda a produzione interamente biologica tra le colline assolate di Noto, fondata nel 2001 da papà Angelo e mamma Lina che scelsero questo bellissimo territorio incontaminato per dar vita a un vino che fosse eco fedele del territorio. “Il nostro motto è “A noi piace farlo senza” – spiega a GreenPlanet Marilina Paternò – Concetto che si lega profondamente alla nostra filosofia di produzione e a basso intervento rispettando i tempi di lavorazione e affinamento di ogni tipologia di uva. Ricerca, territorialità e cura dell’ambiente, e quindi della materia prima, sono i fattori che contraddistinguono i nostri vini che produciamo secondo la filosofia del lasciare e non del togliere e quindi senza interventi che vanno a modificare la loro stesa essenza e struttura”.
Cantina Marilina ha ridato nuova vita ad alcuni vitigni autoctoni siciliani quasi del tutto dimenticati, riportandoli al centro dell’attenzione e contribuendo alla loro riscoperta. Cantina Marilina oggi conta 36 ettari di vigneto, di cui il 90% dedicato ai vitigni autoctoni ed il restante 10% riservato a varietà internazionali. I vitigni autoctoni sono il Moscato bianco o Moscato di Noto, il Grecanico, il Catarratto mantellato (conosciuto localmente col nome di “Mantiddatu”) e il Nero d’Avola. I vitigni internazionali, utilizzati per i blend, sono il Tannat, il Semillon, il Viognier, lo Chardonnay e il Merlot. Per il Catarratto mantellato e per il Moscato di Noto è stato svolto un grande lavoro di recupero e difesa della biodiversità attingendo a vigneti esistenti in azienda dai quali è stato prelevato il materiale genetico per preparare le nuove barbatelle. Seguendo questa filosofia di tutela dei vitigni quasi dimenticati, Cantina Marilina ha preservato anche il Moscato rosa, varietà rara e quasi del tutto scomparsa: attualmente è in lavorazione e destinata ad essere protagonista di nuove referenze. Cantina Marilina ha iniziato con la linea dei Monovarietali, vini che provengono da uve autoctone, vinificati in purezza: Ruversa, Cuè, e Sketta. Successivamente sono arrivati i Blend che offrono una visione più ampia di respiro internazionale, il Currivu rosso che è un blend di Nero d’Avola e Merlot, e il Currivu bianco che è un blend di Viognier e Chardonnay. La linea delle Riserve contiene referenze che hanno annate diverse, nate per testare di volta in volta le potenzialità di ciascun vino, cercando di poter sempre migliorare il prodotto. Sono vini che oltre ad essere lavorati nelle vasche in cemento sono soggetti a lunghi affinamenti in legno. Nel 2016 sono nati i due Fedelie, Moscato frizzante ancestrale e un Rosato da Nero d’Avola frizzante ancestrale. L’ultimo arrivato di Cantina Marilina, l’Orange wine Cecile, nasce da un procedimento attento e complesso, a cui si è giunti dopo tre anni di affinamento: espressione massima di un moscato bianco di grande struttura. La gestione del vigneto segue i dettami dell’agricoltura biologica e la meticolosa lavorazione è tutta manuale. “Siamo in biologico da sempre – sottolinea Marilina Paternò – , la nostra è stata una scelta di vita che parte dalla lavorazione nei terreni, alla cantina, fino al prodotto finito. Applichiamo da sempre tutte quelle pratiche necessarie a proteggere e valorizzare il nostro territorio accompagnandolo attraverso le diverse stagioni e, soprattutto, sostenendolo in momenti come questi di crisi climatica ed ambientale, senza forzature”.
Cristina Latessa












