Il 16 luglio la Commissione europea ha presentato la sua proposta per il futuro Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), cioè il bilancio dell’UE post-2027, e per la prossima Politica Agricola Comune (PAC). Dopo mesi di discussioni e voci nel “bubble” dell’UE, le proposte e le cifre sono finalmente disponibili – per la maggior parte. Ciò che era stato solo oggetto di indiscrezioni negli ultimi mesi è ora confermato: la PAC farà parte di un fondo più ampio, il Fondo Europeo per la Prosperità e la Sicurezza Economica Territoriale Sociale Rurale e Marittima Sostenibile, con 865 miliardi a esso destinati. Questo grande Fondo includerà la PAC, il Fondo di Coesione europeo, il Fondo Sociale Europeo, la Politica Comune della Pesca e il Fondo Sicurezza Interna.
Con cinque obiettivi trasversali – che spaziano dal sostegno alla prosperità sostenibile dell’Unione e alla qualità della vita, fino alle capacità di difesa e sicurezza dell’Unione – gli ambiti coperti da questo Fondo vanno ben oltre l’agricoltura e lo sviluppo rurale, generando preoccupazioni nella comunità agricola riguardo alle priorità concorrenti.
Infatti, gli Stati membri dovranno elaborare Piani Nazionali e Regionali di Partenariato (“i Piani”) spiegando come intendono allocare le risorse e quali saranno le loro priorità. La struttura a due pilastri della PAC scomparirebbe in questo nuovo quadro.
La presidente della Commissione UE von der Leyen e il Commissario per l’Agricoltura e l’Alimentazione Christophe Hansen hanno sottolineato che il finanziamento della PAC è salvaguardato: la proposta che istituisce i Piani Nazionali e Regionali (non ancora pubblicata) accerterà una riserva di 295,7 miliardi di euro per il “sostegno al reddito PAC” e 6 miliardi per la riserva agricola. Di questi 295,7 miliardi, una certa parte sarà destinata direttamente ed esclusivamente ai pagamenti area-based decrescenti. L’importo specifico che andrà a questi pagamenti per ettaro non è ancora noto, ma ogni Stato membro dovrà creare questi pagamenti decrescenti per superficie con un intervallo minimo di 130 euro/ettaro e massimo di 240 euro/ettaro. A seconda delle scelte operate dagli Stati membri, ciò potrebbe rappresentare dal 40 al 75% della quota nazionale dei 295,7 miliardi. I fondi restanti andranno a tutte le altre misure della PAC: pagamenti per i piccoli agricoltori, pagamenti per le aree naturali o con altri vincoli specifici, e misure agro-ambientali e climatiche.
Ciò significa che non vi sarà alcuna quota minima dedicata alle misure agro-ambientali e climatiche, contrariamente alla raccomandazione del Dialogo Strategico sul futuro dell’Alimentazione e dell’Agricoltura, secondo cui almeno un terzo del bilancio della PAC sarebbe dovuto essere dedicato agli strumenti agro-ambientali e climatici, compreso il biologico. Sebbene la proposta della PAC riconosca il ruolo e i benefici dell’agricoltura biologica, rendendone lo sviluppo una priorità, il modo in cui questo sostegno sarà implementato e il livello di ambizione restano completamente nelle mani degli Stati membri. Senza un budget specifico destinato allo sviluppo del biologico e alla realizzazione delle ambizioni ambientali e climatiche, il rischio di regressione è molto elevato (un pericolo già paventato dalle associazioni di settore mesi fa:vedi news).
Gli agricoltori si impegnano nella sostenibilità se questa è economicamente vantaggiosa, ma per questo hanno bisogno di un sostegno politico stabile, che offra una prospettiva a lungo termine e condizioni eque in tutta l’UE. Pertanto, la proposta di PAC dovrebbe garantire che la sostenibilità sia remunerativa per gli agricoltori. Senza una chiara direzione verso la sostenibilità fornita dal bilancio dell’UE e dalla PAC, potrebbe generarsi una corsa al ribasso tra gli Stati membri.
All’opposto di questa proposta, il movimento biologico europeo propone una direzione chiara per la PAC. Infatti, la visione del futuro della PAC elaborata dal movimento biologico sottolinea che una transizione verso sistemi agroalimentari sostenibili è necessaria, e che esistono soluzioni che funzionano per gli agricoltori, la natura e la società. Per raggiungere questo obiettivo, la PAC necessita di una riforma ambiziosa per consentire una transizione agroecologica dell’agricoltura europea, mentre:
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sostiene tutti gli agricoltori che vogliono trasformare le loro aziende in modo sostenibile attraverso un approccio olistico all’intera azienda agricola;
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remunera adeguatamente gli agricoltori impegnati in sistemi sostenibili, come gli agricoltori biologici, per i benefici che già forniscono all’ambiente e alla società;
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garantisce la competitività del settore.
Nella sua visione, il movimento biologico propone una chiara separazione tra il sostegno al reddito – ripensato come misure socio-economiche mirate agli agricoltori che ne hanno maggiormente bisogno – e i finanziamenti per le misure agro-ambientali. Queste ultime verrebbero ristrutturate sulla base di un approccio a tre livelli per garantire proporzionalità tra il livello di ambizione ambientale dell’azienda e il finanziamento ricevuto. I livelli sono determinati utilizzando quattro aree chiave: protezione del suolo, impatto sull’acqua, clima e biodiversità, con l’agricoltura biologica al livello più alto, per il suo contributo positivo in tutte queste aree.
Questa visione, sviluppata dal movimento biologico dell’UE (e principalmente dal gruppo dei produttori agricoli), consente un’elevata ambizione ambientale, un approccio coerente a livello aziendale e una semplificazione amministrativa per agricoltori e autorità nazionali. Permette inoltre di raggiungere due obiettivi: remunerare gli agricoltori già impegnati in metodi di produzione sostenibili e sostenere gli altri agricoltori in una transizione graduale verso l’agroecologia.
Con questa nuova PAC, l’Unione europea avrebbe potuto cogliere l’opportunità di coinvolgere il settore agricolo in una ambiziosa transizione agroecologica, sostenendo gli agricoltori nel percorso di conversione e premiando coloro già impegnati in metodi di produzione sostenibili. Invece, la proposta della Commissione mantiene un pericoloso status quo con la preminenza dei pagamenti basati sulla superficie, rischiando di portare a una corsa al ribasso tra gli Stati membri. Il bilancio e la proposta di PAC saranno ora discussi dal Parlamento europeo e dal Consiglio: come per ogni riforma della PAC, ci si possono aspettare molti altri cambiamenti e sviluppi. Il movimento biologico sarà mobilitato per migliorare questa futura PAC e garantire che gli agricoltori biologici siano adeguatamente remunerati per i beni pubblici che forniscono.
Autrice: Laura Sauques, Policy Officer sui Sistemi Alimentari Sostenibili e sulla PAC presso IFOAM Organics Europe















