Dopo tre anni di ricerca e sperimentazione, il primo aceto biologico vulcanico dell’Etna è finalmente realtà. Ottenuto da vitigni autoctoni, questo prodotto si distingue per le sue eccezionali caratteristiche organolettiche, qualitative e sensoriali.
Il progetto, finanziato nell’ambito della sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2014/2022, coinvolge quattro aziende vitivinicole che hanno destinato otto lotti di due ettari ciascuno alla coltivazione biologica di Nerello Mascalese e Carricante. A supporto dell’iniziativa, anche un’impresa di commercializzazione e il Dipartimento Di3A dell’Università di Catania, responsabile della parte scientifica.
Il 7 marzo, presso l’azienda agricola Barone Di Miceli a Castiglione di Sicilia, son stati presentati i primi campioni durante un workshop dedicato. Tra i relatori, Giuseppe Trovato, agronomo e Innovation broker del progetto, insieme ai rappresentanti de La Trinacria Corporation Srl e dell’azienda Barone Di Miceli Società Agricola a r.l., capofila dell’iniziativa.
Il progetto ACE.VÙ punta a valorizzare il terroir etneo, sfruttando suoli vulcanici ricchi di minerali e condizioni pedoclimatiche uniche per ottenere un aceto che esprima aromi distintivi come ginestra, castagno e ciliegio.
Due i metodi di produzione adottati: quello statico, che prevede fermentazione e invecchiamento in botti di legni autoctoni, e quello dinamico, che utilizza fermentatori e acetificatori per accelerare la fermentazione acetica del vino. I campioni presentati oggi sono stati realizzati con il metodo statico, garantendo un’accentuata tipizzazione del prodotto.
Parallelamente, il progetto analizza la percezione dei consumatori e il posizionamento dell’aceto vulcanico sul mercato. Studi preliminari hanno già evidenziato le potenzialità commerciali di questo prodotto, offrendo nuove opportunità di crescita per le aziende coinvolte.
L’Italia è tra i principali produttori ed esportatori di aceto, e questa iniziativa mira a far emergere l’Etna come un nuovo riferimento per un’acetificazione di alta qualità. L’impiego di uve selezionate e dedicate esclusivamente alla produzione di aceto permette di ottenere un prodotto che racchiude al meglio le eccellenze del territorio etneo. Un progetto innovativo che segna un passo avanti per l’agroalimentare siciliano, aprendo nuove prospettive di valorizzazione.
La Redazione