Un paio di denunce alla magistratura di Torino nate da dissidi nella dirigenza hanno portato a un’inchiesta per peculato che coinvolge l’associazione Città del Bio, che unisce Comuni e enti territoriali che condividono la scelta di promuovere l’agricoltura biologica. Sotto indagine – riporta un articolo su repubblica.it – c’è Ignazio Garau, prima presidente e poi direttore generale di Città del Bio fino a ottobre 2015, quando ha lasciato il posto con una polemica lettera di dimissioni.
Grande accusatore è Antonio Ferrentino, presidente nazionale dal dicembre 2014, che per un anno ha coabitato ai vertici dell’associazione con Garau e che, sei mesi dopo la nomina, ha presentato una prima segnalazione alla Guardia di Finanza cui sono seguiti due esposti in procura: Ferrentino accusa Garau di non aver tenuto una contabilità affidabile denunciando – si legge testualmente nell’articolo – ‘un ammanco di oltre 300 mila euro dal 2007 al 2014’.
In compenso sarebbero stati trovati diversi bonifici verso AIAB Piemonte e Piemonte Bio, organismi di cui Garau era presidente. Un doppio ruolo che ha generato malumori crescenti all’interno di Città del Bio per il potenziale conflitto di interessi. Il sostituto procuratore Enzo Bucarelli ha aperto un fascicolo per peculato. Garau, difeso dall’avvocata Emiliana Olivieri, durante l’interrogatorio davanti al PM sarebbe riuscito a giustificare 292 mila euro di spese rispetto ai 314 mila euro contestati dalla Procura e per questo, comprendendo la difficoltà di reperire a distanza di tanto tempo parte della documentazione, il PM ha inizialmente chiesto l’archiviazione del procedimento sostenendo che l’iniziale contestazione si fosse significativamente ridotta e dovesse essere ricondotta a una questione civilistica. Tuttavia Ferrentino, assistito dall’avvocato Giovanni Arturo Botti, ha presentato opposizione e la gip Adriana Cosenza ha ordinato al PM un supplemento di indagini.
‘Quando mi sono insediato mi sono state recapitate numerose richieste da parte di alberghi, agenzie di viaggi, servizi di noleggio auto che pretendevano di essere pagati – ha affermato a Repubblica Ferrentino -. E ho scoperto che l’associazione aveva una quantità incredibile di creditori’. Secondo quanto riferito dall’attuale presidente, i Comuni che intendevano promuovere eventi e convegni sul tema del biologico chiedevano a Città del Bio di farsi carico della parte organizzativa dando all’associazione un contributo che doveva servire a coprire spese di viaggio dei relatori, affitto delle sale e quant’altro serviva per mettere in piedi l’evento. Ma, a quanto pare, il contributo restava nelle casse di Città dei Bio e i fornitori non venivano pagati. ‘Abbiamo dovuto fare piani di rientro con i fornitori e anche con l’agenzia delle entrate per l’IVA non pagata, ma siamo di nuovo in carreggiata’ ha dichiarato ancora Ferrentino.
(fonte: la Repubblica)