Sicilia sommersa dall’acqua, ingenti le perdite per il bio

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Sommerso dall’acqua l’orto biologico d’Europa, la Sicilia. I violenti nubifragi dei giorni scorsi, che hanno portato la Regione a richiedere lo stato di calamità, hanno devastato le coltivazioni dei produttori Organic della zona di Siracusa, Ragusa e Catania con interi campi e impianti serricoli allagati e danneggiati.

Le aziende annunciano importanti perdite di volumi aggravate del fatto che, a causa dell’impennata dei costi delle materie prime, all’inizio della stagione gli agricoltori hanno rinunciato a piantare il 20% dei propri ettari. Mancheranno all’appello almeno il 30% delle produzioni di carota di Ispica Bio, di zucchine, di agrumi e di avocado bio che si coltiva in questi areali.

Roberto Giadone – Natura Iblea

“Se alle minori semine preventivate aggiungiamo anche le perdite causate dal mal tempo – ci spiega Roberto Giadone, general manager di Natura Iblea, azienda agricola biologica di Ispica -, arriviamo ad un ammanco di prodotto che prudenzialmente può assestarsi intorno al 30%. Per dare un’idea, attualmente abbiamo 10 ettari di carota di Ispica bio sott’acqua. Quello che vediamo davanti è un vero e proprio lago sterminato causato dalla mancata o cattiva manutenzione, da parte dei consorzi di bonifica, dei canali che non sono stati capaci di assorbire e far defluire tutta la quantità di acqua che è piovuta in meno di ventiquattro ore”.

Si parla di almeno 400 millimetri di acqua venuti giù in pochissimo tempo e di raffiche di vento così forti che hanno seriamente compromesso le serre e i tunnel del territorio che si ritrovano, nel migliore dei casi, con il tetto divelto, mentre altre sono state proprio rase al suolo.

Per Natura Iblea, questo danno si traduce in circa 600 tonnellate in meno di carote di Ispica bio ma i danni potrebbero essere ancora maggiori se l’acqua che ancora sommerge i campi, non defluisce al più presto, causando marciumi radicali con conseguenze ancora più nefaste sui volumi da raccogliere. “Abbiamo 60 ettari di tunnel ed altri dieci sotto serra – precisa Giadone -. Il 10% dei tetti delle serre sono stati divelti e un altro 10% di colture protette, da tunnel o da serra, sono allagate”.

Le province più colpite sono quelle di Ragusa e Siracusa dove vengono prodotte alcune delle eccellenze siciliane come, ad esempio, oltre alle carote di Ispica, anche i pomodorini pachino e, più di recente, le colture tropicali come gli avocado.

Marinella Schifitto – CIA Sicilia

“In ventiquattr’ore è venuta giù la stessa quantità di pioggia di un anno – racconta a GreenPlanet Marinella Schifitto di CIA Sicilia e titolare e responsabile commerciale dell’azienda agricola di famiglia Bioverde di Rosolini in provincia di Siracusa -. Il torrente Tellaro è esondato, sommergendo i campi adiacenti con oltre 50 centimetri di acqua. Noi siamo gli unici della zona ad avere delle piantagioni di avocado bio ed il maltempo ha distrutto tutte le nuove piantumazioni che avevamo effettuato da poco e che rappresentano circa il 25% del totale della produzione, circa 5 ettari su un totale di venti. Nei restanti quindici ettari che stavano per andare in produzione per la prima volta quest’anno, a causa del forte vento, si è verificata una massiccia caduta di frutti non ancora maturi perché la raccolta inierà tra qualche settimana”.

Oltre a questo, Bioverde si ritrova anche ottomila metri quadrati di serre coltivate a zucchine sott’acqua. Una situazione che, al momento, rende persino difficile la conta dei danni perché i campi sono inaccessibili.

“Questa volta – chiosa Schifitto -, rispetto ai nubifragi del 2019, non ci siamo fatti trovare impreparati ed abbiamo limitato i danni creando degli argini artificiali sul torrente contro le esondazioni. Se così non avessimo fatto, avremmo avuto problemi molto più seri. Serviranno almeno quattro giorni di sole consecutivi perché i campi si asciughino. Oltre allo stato di calamità, per potere fare fronte ai danni vivi subiti, occorre creare degli spazi che possano favorire il deflusso dell’acqua nelle cave e nei fiumi. Contro il vento, invece, c’è ben poco da fare”.

Tra tutte le province, quella di Ragusa è la più vulnerabile proprio per le sue particolari caratteristiche orografiche dal momento che, trovandosi in mezzo al Mediterraneo, vicina all’Africa, è nel bel mezzo dell’incontro delle correnti fredde provenienti da nord con quelle correnti calde africane. Una combo di fattori che, almeno ogni due anni, determina eventi climatici catastrofici. “Stiamo andando verso un clima tropicale – dice Schifitto – ma siamo ancora in una fase di transizione perché l’escursione termica, in inverno, tra il giorno è la notte, è notevole. Possiamo passare dai 20 gradi di massima fino ai 2 di minima”.

Carmelo Calabrese – Colle D’oro

Danni significativi sono stati registrati anche dall’azienda agricola Colle D’oro, di grande tradizione nel territorio di Ispica.
“Stiamo facendo la conta dei danni – ci spiega Carmelo Calabrese di Colle D’oro -. Al momento sappiamo con certezza di avere perso il 20% della produzione di zucchine su circa 80 ettari coltivati e il 10% della produzione di carota di Ispica, tutte e due bio, su un totale di circa 100 ettari dedicati. Abbiamo subito danni anche ai tunnel. Il 20% è stato scoperchiato. Pensiamo di lasciarli così, per lo meno fino alla prossima campagna se le condizioni ci permetteranno di reinvestire. Bisognerà valutare se gli esiti della campagna ci permetteranno di fare fronte agli elevati costi della plastica e, in genere, delle coperture.

Mariangela Latella
maralate@gmail.com

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