Sgambaro, precursore nella pasta bio

Sgambaro

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Grani antichi, origine italiana, alto contenuto proteico: tendenze attuali, che il pastificio Sgambaro ha saputo anticipare, anche nella gamma bio, già dalla seconda metà dagli anni Novanta. Merito della lungimiranza del presidente Pierantonio Sgambaro, che nel prendere le redini dell’azienda di famiglia, fondata nel 1947, ha deciso di puntare sulla qualità, espressa sia attraverso la selezione delle materie prime, che la cura del processo produttivo.

“La nostra è un’industria afferma Sgambaro – ma con un’attenzione artigianale. Puntiamo su un prodotto di qualità e per questo ci siamo dedicati anche al biologico, che oggi rappresenta circa il 50% del fatturato”.

L’azienda presidia il segmento bio con 6 linee: Khorasan, Farro monococco, Farro Dicocco, Farro Lenticchie Quinoa, Varietà Cappelli e Grano duro integrale decorticato. Le sei linee dell’Etichetta Bio sono confezionate in un pack riciclabile, in carta vergine, che conferma l’impegno verso la sostenibilità. Il pastificio Sgambaro, infatti, nel 2020, ha intrapreso un percorso decennale per diventare organizzazione climate positive, in grado, cioè di generare un impatto positivo sull’ambiente.

L’azienda è presente con i suoi prodotti biologici sia nel canale Horeca che nel Retail. “Se i quantitativi nel canale Horeca hanno tenuto – sottolinea Pierantonio Sgambaro – nel Retail i consumi hanno subito gli effetti delle vicende geopolitiche degli ultimi anni, che hanno interrotto il trend di crescita che il biologico stava vivendo. A maggior ragione per il fatto che noi operiamo in un comparto maturo, quello della pasta, dove i consumi sono stabili, non solo per il biologico, ma anche per il convenzionale. Va detto però che negli ultimi mesi ho rilevato un recupero per le referenze a base farro. Si tratta di un segnale molto positivo, che mi porta a continuare a guardare con fiducia alla scelta di puntare sul prodotto biologico”.

Per far fronte alla difficile congiuntura del mercato interno, Sgambaro punta ai mercati internazionali. “Non smetteremo di presidiare il mercato interno – sottolinea – ma investiremo per potenziare l’esportazione. In particolare, guardiamo con interesse al mercato tedesco e ai Paesi nordici, dove c’è una maggiore attitudine al prodotto biologico rispetto all’Italia e dove se ne comprende meglio il valore”.

Il differenziale di prezzo rispetto al convenzionale non è però un tema particolarmente sentito nel segmento in cui opera Sgambaro. “Ci muoviamo in una fascia di mercato – spiega Pierantonio Sgambaro – dove incide maggiormente la differenza di prezzo tra il prodotto di base e quello realizzato con grani particolari. All’interno di questa nicchia la differenza tra convenzionale e bio non è significativa, perché i nostri prodotti si rivolgono a un target preciso di consumatori che è disposto a spendere di più per un prodotto più differibile, che abbia un valore nutrizionale e salutistico migliore”.

Come è stato visionario, trent’anni fa a collocare la propria azienda in questo specifico segmento, così oggi Pierantonio Sgambaro ha le idee chiare su che evoluzione dovrà avere un’azienda come la sua per rimanere competitiva. “E’ venuto il momento di stringere accordi tra imprese, fare joint venture, accorpamenti… – sostiene -. Il futuro è delle aziende medio-grandi, che possano avere sufficiente forza per confrontarsi con una grande distribuzione, sempre più strutturata”.

Elena Consonni

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