Chiusa la campagna del pomodoro da industria Nord Italia: sopra la media le rese del bio

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Lunedì 3 ottobre si è conclusa la campagna di raccolta e trasformazione del pomodoro da industria nel Nord Italia. Le superfici coltivate sono state pari a 37.204 ettari. Di queste, l’11% con tecniche di produzione biologica mentre il restante 89% osservando i disciplinari regionali di produzione integrata. Sono state trasformate 2.890.000 tonnellate di materia prima.

La siccità, che ha caratterizzato l’estate 2022, ha minacciato fortemente la produzione, ma grazie all’impegno degli agricoltori nella razionalizzazione e oculatezza nell’utilizzo dell’acqua e alle iniziative di gestione dell’emergenza dei Consorzi di Bonifica e delle istituzioni regionali e nazionali preposte, nonché all’aiuto di qualche pioggia estiva, i danni sono stati minimizzati.

Le rese sono state superiori alla media, confermando un trend generale di miglioramento nelle rese pluriennali. In particolare per la produzione a biologico la resa ha raggiunto le 65,2 tonnellate per ettaro, in crescita rispetto alla media quinquennale di 63,1 t/ha.

In generale, considerando anche l’integrato, poche le patologie riscontrate, consentendo una produzione di buona qualità.

Il presidente dell’OI, Tiberio Rabboni, ha commentato: “I dati parlano chiaro. La campagna 2022 ha sostanzialmente centrato gli obiettivi prestabiliti a primavera e questo nonostante la siccità e gli aumenti nei costi di produzione. Ora è fondamentale realizzare tutti gli interventi decisi, previsti e finanziati con i fondi PNRR, nazionali e regionali per accrescere la disponibilità irrigua e la raccolta delle acque. Solo cosi l’agricoltura italiana di qualità potrà convivere con il cambiamento climatico”.

Fonte: La Repubblica

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