Il biologico è solo economia? No. Il biologico è solo alimentazione? No. Il biologico è uno stile di vita? Sì. E, che relazione c’è tra questo stile di vita e il movimento degli ‘indignados’: nessuna? No, qualche relazione c’è. La sostenibilità ambientale si regge anche sulla sostenibilità economica e tutte due garantiscono un equilibrio che è anche sociale.
I giovani disoccupati e arrabbiati, gli ‘indignados’ che in questi giorni sono scesi in piazza non solo in Spagna (dove il movimento è nato un anno fa) ma in mezzo mondo sono la spia di un equilibrio che non c’è. La crisi economica, dai salotti della finanza è entrata nelle case della gente, è diventata sociale e i giovani si sentono derubati del loro futuro. ‘Queremos futuro’ si leggeva sugli striscioni dei cortei di Madrid.
Tra le loro istanze ‘globali’ c’è il lavoro, una prospettiva di vita dopo gli studi, ma c’è l’ambiente, ci sono le energie rinnovabili, come hanno dichiarato a Londra, davanti ai palazzi della City dopo un corteo diretto a una ‘visita al’1%’ ovvero a quella piccola percentuale di umanità che detiene la ricchezza mondiale.
Li capiamo questi ‘indignados’? Eccome. Hanno ragione? In teoria sì. In pratica hanno il dovere di rimboccarsi le maniche, individualmente, ognuno di loro, per inventarsi un futuro, per guadagnarselo con l’impegno quotidiano, e finalmente per cambiare questa vecchia Europa disorientata e contribuire a cambiare il mondo per il meglio.
Antonio Felice