PSR Sicilia, 190milioni di euro per gli agricoltori che scelgono il metodo bio e lo mantengono

Sicilia

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In arrivo premi per un totale di 190 milioni di euro in cinque anni per gli agricoltori siciliani che hanno già convertito il sistema di coltivazione da convenzionale a bio e che intendono mantenerlo. Lo prevede il nuovo bando sull’agricoltura biologica pubblicato lo scorso 29 dicembre sul sito ufficiale della Regione Sicilia con riferimento al Piano Strategico Nazionale 2023-2027.

Per l’intervento SRA 29 (agricoltura biologica) è stata attivata la “linea 2” ovvero il “mantenimento”. Per ciascun anno dell’impegno che va dal 2024 al 2028 sono disponibili 38 milioni di euro con premi modulati da un massimo di 850 euro/ettaro per uva da vino, agrumi e fruttiferi a un minimo di 144 euro/ettaro per i seminativi.

Con la pubblicazione di questo bando, dunque, l’amministrazione regionale punta ancora sul bio e con la nuova PAC 2023/2027, sceglie di dare continuità alle forme di sostegno già adottate nel corso della programmazione del PSR Sicilia 2014/2022.

Si vogliono evitare pericolose marce indietro o battute d’arresto, così come avvenne in passato non appena si fermò l’erogazione dei premi per i produttori bio alla scadenza del periodo d’impegno e in assenza di reali supporti al mantenimento. Ma soprattutto non si vuole perdere di vista l’obiettivo posto dalla UE per il 2030: mantenere l’attuale superficie coltivata in bio in Sicilia (oggi pari a 387 mila ettari pari al 28,8 della SAU) così da arrivare puntuali al target per il 2030 indicato dall’Europa, ovvero il 25% della SAU coltivata in biologico.

Ora però, c’è qualche novità che gli agricoltori non devono sottovalutare. Il richiamo “bonario” a fare di più affinché in Sicilia migliori il rapporto tra produzioni biologiche e consumo, che lo scorso luglio la Corte dei Conti europea ha fatto all’Autorità di gestione durante l’ultimo audit strategico (vedi news), ha già prodotto il primo effetto. In caso di ampia adesione al bando e insufficienza della dotazione finanziaria, infatti, è previsto che verrà data priorità agli agricoltori che dimostrino di vendere la propria produzione come bio. 

Un fatto per niente scontato: gran parte delle derrate agricole prodotte in aziende agricole finora supportate dai fondi dello sviluppo rurale, per avere scelto di convertire il sistema di coltivazione da convenzionale a biologico o per avere scelto di mantenerlo, hanno dovuto spesso optare per i canali commerciali del convenzionale senza riuscire a valorizzare e trarre beneficio dalla presenza della certificazione bio. Il risultato è che in Sicilia, in vetta alla classifica delle Regioni italiane per superficie bio, di fatto i consumi del bio rimangono al palo. E spesso chi acquista bio spesso si imbatte solo in prodotti confezionati (e magari prodotti) fuori dalla Regione.

Altre priorità sono previste prima per le aziende che ricadono in aree Natura 2000, poi per quelle che ricadono nelle ZVN (Zone Vulnerabili ai Nitrati) e a seguire quelle delle aree naturali protette e delle aree soggette a desertificazione.

Il premio si può ottenere, se richiesto, per almeno due ettari che scendono 0,50ha per le isole minori. Si deve disporre di notifica biologica rilasciata precedentemente all’avvio del periodo di impegno che va dall’1 gennaio 2024 al 31 dicembre 2028. L’impegno quinquennale, in ogni caso, a prescindere dalla superficie per la quale si chiede il sostegno, riguarda comunque tutta la SAU e le UBA aziendali. Ciò serve a mantenere alti i livelli di superficie e di allevamenti con metodo biologico in tutta la Regione.

Angela Sciortino

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