La ricerca al centro del progetto Pro.Fil.A per sopperire la mancanza di mangimi proteici bio

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Dalle prove agronomiche delle colture proteiche in sperimentazione per la filiera avicola alle analisi delle caratteristiche organolettiche dei prodotti in fase di test negli allevamenti, dallo studio della dieta e del comportamento delle ovaiole bio alla verifica degli strumenti per la valutazione della sostenibilità. Prende forma così Pro.Fil.A. (Proteine Filiera Avicola) il progetto finanziato dal MIPAAF, di cui è partner principale l’Associazione Agricoltura è Vita di Cia-Agricoltori Italiani che, insieme a tutti i partner e ad Anabio-Cia, ha fatto il punto sulla ricerca triennale condotta in Piemonte, Marche, Campania e Basilicata durante l’appuntamento di raccordo in vista della consegna ufficiale dei risultati nel 2023.

Centrale il ruolo dell’attività di ricerca e i suoi risultati per aiutare il comparto avicolo biologico a superare l’annoso problema del deficit di mangimi proteici biologici. Rafforzare, infatti, la filiera avicola biologica italiana resta l’obiettivo del progetto Pro.Fil.A. (Proteine Filiera Avicola) attraverso la sperimentazione e la promozione di modelli produttivi sostenibili ispirati ai principi dell’agro-ecologia. Questo, ancor più dopo il boom del bio che in Italia, leader UE nel settore, registra ritmi di crescita importanti sia in termini di superfici che di imprese biologiche (+40% negli ultimi 5 anni) e l’aumento, a inizio 2022, degli input produttivi del +21,1% per le carne avicola e del 50% per le uova. Tendenza che, nell’ultimo biennio, ha fatto registrare un aumento anche dei consumi di pollo biologico (+30%), mentre nel 2020, durante il lockdown, le vendite di uova bio hanno fatto un balzo del 9,6%. Il comparto risulta, dunque, sempre più interessante e presente sulle tavole degli italiani, sebbene siano ancora molte le sfide che lo attendono, ora non certo salvo dalla crisi dei prezzi e dei costi di produzione.

In particolare è stata sottolineata la preoccupazione per l’ancora scarsa adozione del ‘principio dell’ecologia’ da parte degli allevatori e che vorrebbe sistemi agricoli organizzati a livello locale per una completa chiusura del ciclo dei nutrienti. La carenza di offerta di alimenti proteici biologici, da destinare alle produzioni zootecniche avicole, è una diretta conseguenza di questo sistema, che ha determinato negli anni una dipendenza ormai cronica delle filiere biologiche avicole dalle importazioni di soia e dei suoi derivati dai Paesi terzi all’UE. Una minaccia, dunque, sia per la sostenibilità ambientale ed economica dei sistemi agricoli sia per la fiducia da parte dei consumatori.

Al progetto Pro.Fil.A., quindi, il compito di verificare l’applicabilità di nuove tecniche e tecnologie agro-ecologiche e il loro eventuale adattamento alle specifiche condizioni della filiera avicola biologica da carne e da uova, mettendo al centro il ruolo della filiera, dagli agricoltori ai trasportatori, e l’apporto degli esperti coinvolti, tra i quali genetisti ed economisti.

Prossimo step la consegna ufficiale dei risultati, supportata da due interventi divulgativi dell’Associazione Agricoltura è Vita, da qui al 2023, con la riflessione conclusiva sul contributo della ricerca alla crescita delle aziende del settore avicolo bio in ottica di “microfiliera”, sia nella fase di produzione di mangimi bio che di allevamento, e allo sviluppo di organizzazioni in “macrofiliere” nelle regioni dove la produzione avicola è fortemente concentrata in filiere di medio/grande dimensione.

Fonte: CIA – Agricoltori Italiani

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