Pesticidi, Veneto e altre Regioni chiedono di utilizzare il clorpirifos. Produttori bio in rivolta

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“Le alternative esistono”. Lo ripetono i produttori bio ma anche quelli tradizionali, spaventati dalla deroga (in arrivo) per l’utilizzo, contro la flavescenza dorata, del clorpirifos, potente pesticida bandito nell’UE dal 2020 a causa delle conseguenze nefaste sulla salute dei bambini (causa disabilità psichica, autismo, squilibri ormonali e metabolici). Le alternative, tra i vigneti di Prosecco e non solo, si utilizzano con successo da anni.

Dietro la battaglia sulla deroga al clorpirifos si sta delineando una più sottile tensione tra il mondo dei produttori bio e gli agricoltori tradizionali. Su un punto sono tutti d’accordo: la flavescenza dorata è un’emergenza, mai come in passato. Sulle soluzioni da mettere in atto, si scontrano due mondi. Da una parte la pressione per la chimica, magari con un solo trattamento l’anno a base di clorpirifos, in grado di debellare definitivamente l’agente patogeno. Dall’altra, un ragionamento di sistema. “La flavescenza non si combatte con la chimica, ma rinunciando alla monocoltura del vigneto”, ha commentato Andrea Zanoni, consigliere regionale DEM che ha portato alla luce il caso. “La flavescenza sta aumentando sempre di più, è vero. La cicalina c’è sempre stata ed è sempre stata combattuta. Ma fino a qualche anno fa si fermava perché si imbatteva contro una siepe, o un campo di mais, o un’altra barriera naturale. Adesso non c’è soluzione di continuità tra un vigneto e l’altro e quindi continua a diffondersi. La soluzione per qualcuno è dare una deroga all’insetticida proibito che uccide anche i pochi insetti antagonisti, senza considerare gli effetti collaterali».

Il caso del Bovinum

Il clorpirifos sarebbe certamente efficace, contro la flavescenza. Ma a che prezzo? C’è il tema della salute, e c’è anche un risvolto ambientale: “Distrugge tutto, anche le api e gli altri insetti” ha precisato Maurizio Polo, titolare di Bioenologia 2.0, azienda di ricerca in ambito enologico con sede a Oderzo Polo. Un’alternativa è uscita direttamente dai laboratori della sua azienda, una scoperta casuale, mentre si stava cercando tutt’altro: “Abbiamo inventato un prodotto edibile, completamente naturale, che funziona contro oidio, botrite, escoriosi e cicalina. Si tratta di un estratto con ingredienti vegetali, biologici, che non danno effetti collaterali. Lo usiamo per gli amaroni, si irrora il giorno prima della raccolta delle uve per allontanare i moscerini. Si chiama Biovinum e l’abbiamo inventato “per sbaglio” cercando altro. Ha un’azione deterrente importante nei confronti della cicalina: l’insetto o muore o se ne va perché l’ambiente gli è diventato ostile”.

Secondo Polo sarebbero sufficienti tre o quattro trattamenti tra giugno e luglio. Il prodotto, oggi, non è sul mercato, il costo si aggirerebbe sui 50 euro l’ettaro: “Ma per accelerare i tempi siamo disposti a cedere le royalty alla Regione, in pratica glielo regaliamo”.

Fonte: Tribuna Treviso

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