L’allarme di Legambiente sugli alimenti contaminati. Eccezione per il Bio

produttore bio

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Il biologico si conferma un vero e proprio modello di eccellenza nella lotta contro l’inquinamento alimentare. I numeri del rapporto di Legambiente, “Stop pesticidi nel piatto”, realizzato in collaborazione con Alce Nero e presentato nei giorni scorsi a Roma, parlano chiaro: mentre l’agricoltura convenzionale sommerge i raccolti in un cocktail chimico di pesticidi, il biologico emerge come un baluardo di purezza e sostenibilità.

“Buone pratiche come rotazioni, sovesci, consociazioni, abbinate all’uso di strumenti digitali e tecniche innovative, possono offrire un modello più sostenibile per il futuro del settore. Di contro, decisioni come quella europea di rinnovare l’autorizzazione al Glifosato per altri dieci anni rappresentano ostacoli significativi alla transizione ecologica, soprattutto considerando l’efficacia ormai comprovata di alternative sostenibili sia dal punto di vista agronomico che economico, come l’acido pelargonico”, si legge nel dossier.

I numeri della contaminazione

L’analisi, condotta su 5.233 campioni alimentari, dipinge un quadro allarmante: il 41,3% degli alimenti contiene residui di fitofarmaci. Ancora più preoccupante è il dato sui multiresidui, con il 26,3% dei campioni che presenta tracce di più sostanze chimiche, aumentando i potenziali rischi per la salute umana.

I numeri del biologico

“Una delle risposte all’allarme relativo all’uso dei fitofarmaci e alla necessità di ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura è sicuramente l’agricoltura biologica, che rappresenta un modello virtuoso di transizione ecologica per le filiere produttive”, ha dichiarato Angelo Gentili, responsabile Agricoltura di Legambiente

Solo il 7% dei prodotti biologici contiene residui chimici, e questi sono presumibilmente dovuti a contaminazioni accidentali.

Le pratiche agroecologiche – rotazioni colturali, sovesci, tecniche innovative – dimostrano che è possibile produrre cibo di qualità senza bombardare i campi con sostanze chimiche. Un peperoncino con 18 residui diversi o una pesca con 13 sostanze chimiche rappresentano l’assurdo di un sistema agricolo ormai obsoleto.

Le proposte per accelerare la transizione

Legambiente chiede interventi concreti:
Bonus per rendere il biologico accessibile
Mense bio in ospedali, scuole e università
Riduzione dei costi di certificazione per i produttori
– Approvazione di un nuovo Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei fitofarmaci
– Introduzione di normative contro il multiresiduo
– Rafforzamento del supporto all’agricoltura biologica
Maggiore equità nell’accesso ai fondi per le piccole e medie imprese agricole che hanno intrapreso la strada della transizione

“Oltre a questo – ha concluso Angelo Gentili -, l’altra proposta cruciale riguarda l’approvazione di una legge contro le agromafie, che costituiscono una minaccia diretta alla legalità e alla sicurezza delle filiere agroalimentari, alimentando fenomeni come l’utilizzo di pesticidi illegali, il caporalato e i reati ambientali. La protezione del lavoro agricolo e la tutela dell’ambiente devono essere una priorità per costruire un futuro più sano, sostenibile e giusto”.

Il dossier è disponibile e consultabile in forma integrale sul sito web agricoltura.legambiente.it.

La Redazione

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