Per il limone italiano all’estero il futuro è bio

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Si diffonde nel Sud la produzione di limoni biologici. Il motivo è semplice: la domanda cresce e non viene frenata dai prezzi di vendita più alti, necessari non solo ad assicurare il profitto del produttore ma anche a coprire costi di produzione decisamente più elevati. In Sicilia, nel mese di maggio, un chilo di limoni convenzionali veniva quotato alla produzione intorno ai 65 centesimi contro i 95 di un chilo di limoni bio.

Il mercato spinge così i produttori ad avviare la trasformazione dei terreni per prepararli a produrre bio. Aziende come la Agricola Ingenieri di Palermo ha mantenuto la produzione convenzionale ma gli sta progressivamente affiancando la produzione bio non solo per rispondere alla domanda dei clienti ma anche per aprirsi ai mercati esteri dove il limone bio italiano deve solo mettere in piedi una adeguata strategia di marketing – che non è cosa da poco – per sfondare. Per distinguersi sui mercati esteri il limone italiano ha il bio come strada obbligata se vorrà riprendersi quote interessanti, anche oltre le nicchie del rinomato limone della Costiera Amalfitana e del Sorrento IGP. 

 

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