Con l’abituale prova de L’Assaggio di GreenPlanet, oggi siamo curiosi di testare le Pappardelle “non all’Uovo” ma di pasta integrale e biologica di Garofalo. La storia della Pasta Garofalo risale al 1789 con il fondatore Michele. Da allora, il pastificio crebbe sempre di più, specialmente quando, nel 1920, sorsero i primi molini alle pendici dell’Etna. Gragnano rimane tuttora la sede legale dello stabilimento e dell’azienda.
La lavorazione della semola artigianale, derivante dalla macinazione dell’intero chicco di grano 100% italiano, ne preserva il germe in modo naturale per garantire un altro apporto di fibre.
Si tratta di pappardelle di larghezza generosa, a cui i mastri pastai hanno regalato un carattere deciso ed un gusto pieno ed intenso.
Consistenza e porosità si prestano ad accogliere una varietà di sughi: da quelli rossi di carne, a quelli di verdure. In fase di cottura non scuoce, anzi, possono essere aumentati gli 8 minuti di cottura consigliati, perché la pasta rimane comunque “al dente”.
La superficie si presenta ruvida e lo spessore è di 1,1 mm.
Le pappardelle, una pasta antica, il cui nome richiama, dal toscano, “pappare”, cioè mangiare, hanno ascendenti nella letteratura fin dal ‘300.
È possibile acquistare questa pasta, nella GDO, al prezzo di circa 2,20€ per la confezione, un involucro di plastica PPS 100% riciclabile, contenente 500 grammi.
4 è il voto che si aggiudica questo prodotto, per originalità e tenuta di cottura.
Un piatto di gusto e benessere, di qualità biologica. Un piatto che consiglia Garofalo, con il motto “la assaggi e dice tutto”.
Stefania Tessari